La Ferrari si sta giocando Leclerc. L’ex pilota: “Di questo passo se ne andrà”

Per quanto ancora reggerà la pazienza di Charles Leclerc alla Ferrari? Un ex pilota tratteggia uno scenario fosco, avvertendo Maranello.

Leclerc Ferrari
Leclerc, la pazienza con la Ferrari ha un limite?-sportevai.it

Le critiche di Elkann e gli errori della Ferrari

Per prendere in prestito e parafrasare la frase che Cicerone rivolse a Catilina, “Quousque tandem abutere, Ferrari, patientia nostra?”. La strigliata che John Elkann ha rivolto ai suoi piloti (poi si è saputo che erano rivolte in particolare a Lewis Hamilton) sono state un clamoroso autogol, con critiche piovute sul presidente del Cavallino da ogni parte, dai tifosi agli addetti ai lavori.

Una mossa tafazziana quella di addossare tutte le colpe a chi porta in pista una SF-25 che, al pari delle vetture che l’hanno preceduta negli ultimi anni, è tutto fuorché perfetta. Ma non solo: anche la scelta di puntare su un fuoriclasse non di primo pelo come Hamilton, facendo un bilancio alla fine di questa stagione, ha pagato solo in termini di marketing e di commerciabilità del marchio Ferrari (tocca dare per una volta ragione a quel tipino fino di Ecclestone, ma vedi te).

In compenso il britannico è stato un pungolo continuo per la scuderia, con lamentele quasi continue riguardo la vettura. Ma la cosa è comprensibile quando ti porti in casa uno che non è certo un rookie, ha l’esperienza e i titoli per dire la sua e gli fornisci una vettura il cui sviluppo non ha mai dato i frutti sperati. Mentre lo stesso Hamilton ha fatto molta fatica ad entrare in confidenza con la SF-25 e adattarsi ad un ambiente di lavoro diverso da McLaren e Mercedes.

La pazienza di Leclerc con la Ferrari

Ma se il sette volte campione del mondo piange e vede incombere l’ombra di un giovanotto come Oliver Bearman, Leclerc mica ride. Anche lui quest’anno ha avuto da ridire sulla vettura e sul lavoro svolto su di essa, pur con la sua consueta classe. A differenza di un Verstappen, il monegasco non tracima mai oltre il dovuto e ha sempre dimostrato una pazienza di Giobbe sin dai disgraziati tempi di Binotto. Perciò le parole di Elkann suonano abbastanza fuori luogo ad una prima lettura.

A voglia poi correggere il tiro, parlando di “critiche costruttive”. Ormai la miccia è stata accesa e c’è stata pure la detonazione in quella polveriera che è diventata la scuderia Ferrari, almeno sul fronte della F1 (in altri contesti, come il WEC, il clima è idilliaco grazie ad un progetto vincente culminato con il trionfo nei Costruttori e nei Piloti nel Mondiale Endurance).

Hamilton come abbiamo detto porta sì l’esperienza, ma sarebbe stato più utile in un team come Cadillac che sta muovendo i primi passi in F1 (non a caso hanno chiamato per la prima stagione l’usato sicuro, la coppia Perez e Bottas) che in una realtà storica in questo sport quale è Ferrari. Il vero punto di riferimento della scuderia è sempre stato, e dovrebbe essere così in futuro, Leclerc, che infatti quest’anno ha ottenuto risultati migliori (e costanti) del blasonato compagno di squadra. Il quale non è andato oltre la vittoria della Sprint Race in Cina.

Montoya: “Per quanto tempo la Ferrari pensa di trattenere Leclerc?”

Il monegasco ha un contratto che dovrebbe scadere a fine 2029, ma c’è un forte rischio che, se le cose restassero così, non coprirebbe ancora così a lungo il ruolo di bandiera ferrarista. Uno che di corse se ne intende, ovvero Juan Pablo Montoya, parlando con il portale PokerStrategy ha ipotizzato che il 2026 possa essere “un anno molto positivo per la Ferrari”, ma se così non sarà, “per quanto tempo possono immaginare di trattenere Leclerc?”.

Il colombiano infatti ha affermato che il Cavallino ha avuto una vettura che in questi anni è sempre stata “nella media”, non certo vincente, “e non è cambiato nulla”. E Leclerc non può accontentarsi sempre “di finire ogni volta al terzo posto”, come anche lo stesso pilota ha ammesso in più riprese.

“Hamilton è frustrato, la squadra non è all’altezza”

Abituato ad un’auto “mediocre”, il monegasco secondo Montoya ha gioco facile nell’ottenere risultati migliori di Hamilton. E a proposito del britannico, l’ex campione di Daytona ha aggiunto: “Lui è frustrato perché pensava di poter fare molto di più, ma per quanto si impegni la squadra non è all’altezza”. Perciò secondo Montoya è giusto che il team ascolti il suo pilota “sui miglioramenti da apportare alla vettura, perché se a Lewis dai l’auto giusta diventa inarrestabile”. E a suo dire il prossimo anno “darà il massimo per l’ottavo titolo, perché non vuole chiudere con la F1 senza vincerlo”.

Per la cronaca, sia Hamilton, in scadenza a quanto pare nel 2026 con opzione per l’anno successivo, che Leclerc dovrebbero godere di una clausola che li possa liberare in anticipo in caso di una vettura non all’altezza e risultati deludenti.

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