Schumacher, futuro segnato: la F1 è un capitolo chiuso, svolta in IndyCar

Mick Schumacher ha sostanzialmente chiuso con la F1 ed è pronto ad aprire un nuovo capitolo in IndyCar, a suo tempo rifiutata dal padre.

F1 Schumacher
Mick Schumacher, addio alla F1 e futuro in IndyCar-sportevai.it

F1 e IndyCar, due mondi simili ma non troppo

Nel 2001 Michael infatti dichiarava di considerare la serie statunitense un gradino sotto la F1, nonché troppo pericolosa, adatta più che altro a chi non riusciva ad andare bene nel Mondiale a ruote scoperte più noto al mondo. Oltre un ventennio dopo, tra l’altro, la stessa F1 ha ampliato la portata della sua popolarità sfondando anche in quegli Stati Uniti culla della Formula Indy, che resta più un campionato regionale, circoscritto al territorio USA.

Pur essendo due serie con monoposto a ruote scoperte, F1 e IndyCar differiscono per tipologia tecnica delle vetture, strategie di gara, costi (più ridotti per il campionato americano), sviluppo (un solo telaio per le auto Indy in griglia) e circuiti, con l’IndyCar che ammette anche gli ovali.

Due mondi sostanzialmente paralleli, insomma, cosa che spiega il parere che diede allora Schumacher senior 24 anni fa. Come l’acqua e l’olio, che partono dal presupposto – per proseguire la metafora – di essere entrambi dei liquidi ma con caratteristiche tali da non potersi mischiare. Agli albori della F1, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, si provò ad inserire una gara iconica come la 500 Miglia di Indianapolis nel calendario mondiale, ma la cosa non ebbe seguito.

Mick Schumacher, primo test ufficiale in IndyCar

Arriviamo quindi a Mick Schumacher, che sino al 2022 ha corso in F1 (per la precisione, le sue ultime esperienze sono state con Haas nella stagione 2021 e 2022 dopo aver gareggiato in F2 e aver vinto il titolo nel 2020; poi nel 2023-2024 il ruolo di collaudatore Mercedes). Attualmente impegnato nel WEC con il team Alpine, con tanto di due podi quest’anno a Imola e a Spa, il 26enne ha svolto di recente il suo primo test ufficiale con una vettura Indy, ad Indianapolis.

Test che tra l’altro è stato positivo per il tedesco, piazzatosi al terzo posto delle rilevazioni sulla Dallara DW12 Honda #75 del team Rahal Letterman Lanigan Racing (sì, il team di cui è co-proprietario anche David Letterman), alle spalle di veterani e esperti come Dennis Hauger, già campione Indy NXT, ed Alexander Rossi.

Perché Schumacher è affascinato dall’IndyCar

Parlando con i giornalisti, Schumacher ha spiegato di adorare correre su vetture con ruote scoperte. Anche perché il padre ripeteva, al di là dello scetticismo per l’IndyCar, che la loro famiglia dava il meglio in termini di velocità “quando riesce a vedere le proprie ruote”. Mick ha quindi affermato di essere affascinato da questa serie, che presenta un numero maggiore di appuntamenti l’anno rispetto al WEC. E che pone una maggiore enfasi sulla spettacolarità delle prestazioni delle monoposto, pensiamo ad esempio alle gare sugli ovali. Un approccio quindi più diretto, aggressivo e meno mediatico e strategico rispetto alla F1.

Al di là dell’ambientamento in un mondo totalmente diverso rispetto a quelli che ha conosciuto in carriera, non solo dal punto di vista tecnico ma anche riguardo la terminologia e anche il sistema metrico decimale, il tedesco ha paragonato la vettura IndyCar ad una di F2. E ha aggiunto: “Una IndyCar risulta meno sofisticata rispetto ad una di F1, dove anche un minimo componente, se non posizionato correttamente, può influire a livello aerodinamica su tutta la vettura. Ma qui il pilota è davvero importante: il fatto che i team facciano così tanto affidamento su di noi ha aumentato il mio interesse per questa serie”.

Schumacher chiude con la F1 e considera “tutte le opzioni” per il futuro

È forse però presto per dichiarare Schumacher prossimo pilota in IndyCar nella stagione 2026. “Mi sono divertito nei test, ma devo ancora metabolizzare e capire che decisione prendere”, ha spiegato il 26enne, aprendo a “tutte le opzioni, tra cui la stessa IndyCar” che voleva provare per farsi un’idea. Ma, ha anche assicurato che, qualunque campionato sceglierà, si dedicherà “al 100%” solo a quello, senza divagazioni o “programmi doppi” che richiederebbero una spesa “di troppe energie”.

Una cosa però è certa: la F1 sembra ormai un discorso chiuso. “Ho provato negli ultimi anni a tornare in F1, ma non si sono presentate le opportunità. Ho capito però che volevo tornare a correre su una monoposto, e allora ho pensato all’IndyCar, la cosa più vicina a ciò che amo fare”.

I precedenti dei piloti a cavallo tra F1 e IndyCar

Nel corso della storia diversi piloti F1 si sono cimentati con il campionato americano, a volte trionfando in entrambe le serie come Nigel Mansell o Jim Clark. Ma ci sono stati anche casi più particolari come quello di Juan Pablo Montoya, che dopo aver vinto la 500 Miglia nel 2000 l’anno dopo è sbarcato in F1, per poi trasferirsi nella NASCAR e tornare in IndyCar nel 2014, vincendo di nuovo ad Indianapolis. Niente titolo in nessuna delle due serie, però non sono mancate le soddisfazioni per il sudamericano che comunque ha lasciato il suo segno nel motorsport.

E chissà se Schumacher avrà una carriera come quella di Alexander Rossi, che dopo aver faticato a spiccare in F1, si è tolto qualche soddisfazione in IndyCar, come il successo alla 500 Miglia del 2016. Per la cronaca, attualmente nel campionato americano corre come ex F1 Romain Grosjean, in pista dal 2021 e con sei podi in IndyCar sino alla stagione 2024. In questa stagione è il terzo pilota per Prema.

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