Niente da fare per il talento della Roma. il ct argentino ha messo a tacere le voci di una possibile naturalizzazione in Azzurro.

Fine del discorso, una volta per tutte: Matías Soulé resterà argentino. Dopo settimane di voci, supposizioni e qualche illusione, arriva la parola definitiva di Lionel Scaloni, che mette il sigillo sul destino del talento della Roma. “Impossibile – ha detto il ct dell’Albiceleste – è nel nostro mirino da tempo. Vediamo in lui il futuro dell’Argentina”.
Un messaggio chiarissimo
Il messaggio è chiaro e diretto: niente cambio di bandiera, niente convocazione italiana. Scaloni lo ha blindato, proprio ora che in Italia qualcuno iniziava a sognarlo in azzurro dopo le sue prestazioni sempre più convincenti con la Roma. Nei giorni scorsi l’agente di Soulé aveva lasciato aperto uno spiraglio, ricordando che il giocatore – nato in Argentina ma in possesso dei requisiti per la naturalizzazione – avrebbe potuto scegliere l’Italia in assenza di chiamate ufficiali da Buenos Aires. Una provocazione che ha scatenato il dibattito, ma che ora trova la sua risposta definitiva: l’Argentina non intende lasciarselo scappare.
Scaloni segue il fantasista da mesi
Scaloni lo segue da mesi, lo considera parte del gruppo del futuro. Soulé, classe 2003, è maturato in fretta: a Roma ha trovato continuità, responsabilità e numeri. Gol, assist, e una leadership silenziosa che non passa inosservata ed è diventato un punto fermo per Gian Piero Gasperini, ma anche una risorsa preziosa per l’Albiceleste che verrà. “Se continua così non ci saranno problemi”, ha aggiunto Scaloni. Tradotto: la chiamata arriverà presto. Il ct argentino lo vede come l’erede naturale della nuova generazione, insieme a un altro talento come Nico Paz.
Per l’Italia resta un rimpianto?
Per l’Italia resta solo il rimpianto. Un talento cresciuto in Serie A, esploso nel nostro campionato, ma destinato a colorare d’albiceleste il suo futuro. Soulé, però, pensa solo al campo: vuole continuare a brillare con la Roma, senza distrazioni. Le chiacchiere sull’Italia, almeno per ora, finiscono qui.