Il ritiro di Jannik Sinner al Masters 1000 di Shanghai riaccende il dibattito sulle condizioni in cui i tennisti sono costretti a competere

Il ritiro di Jannik Sinner dal Masters 1000 di Shanghai ha acceso i riflettori sulle condizioni (tra temperature e umidità) proibitive che mettono a dura prova i tennisti. Filippo Volandri, capitano della squadra italiana di Coppa Davis, ha espresso la sua preoccupazione, mentre Paolo Bertolucci si è lasciato andare a un confronto impietoso tra Jannik, Alcaraz e Djokovic.
La denuncia di Volandri
Intervenuto a Tennis Talk su SuperTennis, Volandri non ha usato mezzi termini: “Abbiamo parlato di tanti ritiri e quasi in ogni match oltre le due ore entra il medico per controllare la pressione dei giocatori”. Il riferimento è ovviamente a Shanghai che ha costretto Sinner al ritiro contro Griekspoor, e visto Djokovic chiudere a fatica il suo match contro Munar. Il caldo estremo, combinato con l’umidità elevata, rende difficile recuperare e aumenta il rischio di crampi e svenimenti. “È un anno straordinario per le temperature, ma così non si può andare avanti”, ha ammonito il capitano azzurro.
Il piano non riuscito e il consiglio alla Cina
“Jannik aveva già chiuso la sfida con Altmaier in tempo, ma contro Griekspoor la fatica accumulata è diventata insostenibile. Un giorno di riposo in più avrebbe potuto fare la differenza per adattarsi al clima. Crampi e malori possono colpire chiunque e ora è toccato a Jannik, ma non è accettabile che il tennis si giochi a queste temperature”. Secondo Volandri, la soluzione potrebbe essere quella di spostare alcuni tornei indoor, almeno nei periodi o nelle regioni dove il caldo raggiunge livelli estremi: “In Cina, per esempio, potrebbero organizzare un circuito al coperto – ha spiegato – altrimenti molti giocatori potrebbero rinunciare a partecipare”.
Bertolucci, il confronto impietoso tra Alcaraz e Sinner
Meno conciliante e più critico con Sinner, Paolo Bertolucci, che dagli studi di SkySport ha spiegato: “Devono mettere delle regole come ci sono nelle WTA perché quando si gioca a queste latitudini può succedere. Spiace per Jannik, che aveva una grande opportunità, però è un po’ gracilino il ragazzo eh. E una volta i crampi e poi lo stomaco, il gomito, le vesciche, l’anca… iniziano a essere tante le cose che non vanno. Mi pare ovvio che non ci sia confronto con Alcaraz e Djokovic sul piano della consistenza fisica…”.