Non promettono nulla di buono i retroscena-verità pubblicati da Luciano Spalletti nel libro scritto a quattro mani con Giancarlo Dotto, “Il paradiso esiste… Ma quanta fatica”. Nel volume, edito da Rizzoli, il Ct della Nazionale racconta senza filtri il suo punto di vista su alcuni momenti controversi della sua parabola umana e sportiva. Insieme alle bordate a Ilary Blasi e a Wanda Nara, ex compagne di Francesco Totti e Mauro Icardi, stanno facendo parecchio discutere le anticipazioni diffuse dal Corriere della Sera sul suo rapporto turbolento con Aurelio De Laurentiis. E i tifosi azzurri sono preoccupati: era il caso di riaprire vecchie ferite, fin qui sempre tenute faticosamente nascoste, in pieno sprint Scudetto? E se il vulcanico patron dovesse rispondere, che succederebbe? Insomma, perché proprio ora?
Nel suo libro Spalletti scrive: “Sono andato via perché non avevo più la voglia di sostenere questo continuo conflitto caratteriale con un imprenditore capace, ma con un ego molto, forse troppo grande. Ero stanco di fare battaglie per ogni questione. Che fosse dare una maglia ai giocatori che la chiedevano per i loro figli o il dover cambiare gli alberghi di continuo per i motivi più disparati”. Da parte dell’allenatore di Certaldo si sottolinea inoltre come “il confronto fosse costante, spesso al confine dello scontro”.
Curiosa anche la ricostruzione dell’atteggiamento adottato da De Laurentiis in quella stagione, simile per certi versi al comportamento di questi giorni: “Il suo amore per il Napoli, quell’anno, lo dimostrò soprattutto quando cessò non solo di commentare le formazioni ma anche di parlare in pubblico, ai giornalisti. Fu un silenzio che fece rumore. Il più grande sacrificio per uno come lui, intrattenitore e uomo di spettacolo che ama occupare il centro della scena”. Quindi sulla famosa pec col rinnovo automatico di contratto, non inviata via mail ma consegnata a mano. Una lettera in cui si ribadiva “la necessità di attenermi al contratto, rispettando il suo prolungamento automatico per un altro anno”. Ma per Spalletti “dietro i contratti, non ci sono solo dei dipendenti ma degli uomini”.
Sempre secondo Spalletti, il tecnico avrebbe chiesto al presidente un confronto a quattr’occhi per programmare il futuro e vincere ancora. Una richiesta “per il bene del Napoli”, a cui De Laurentiis non avrebbe dato retta, “forte della convinzione di potermi imporre la sua volontà”. Tant’è vero che al Premio Bearzot il presidente scavalcò il presentatore e si fece da solo una domanda, rispondendo che Spalletti sarebbe certamente rimasto anche l’anno successivo. “Se ci fosse stato più rispetto umano, più dialogo e più apertura su cosa ci volesse per rivincere, alla fine sarei rimasto”, la certezza di Luciano.
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