Da quasi Pallone d’Oro a pokerista, dal calcio alle aspirapolveri: tutte le vite di Tomas Brolin

Tomas Brolin, da stella del calcio a venditore di aspirapolveri: “La vita è troppo breve per annoiarsi”. L’ex campione del Parma oggi imprenditore e pokerista.

Una intervista a 360 gradi rilasciata a La Gazzetta dello Sport racconta, per bocca del protagonista, la sorprendente nuova versione di Tomas Brolin che puntualizza: “La vita è troppo breve per annoiarsi”.

Tifosi del Parma al Tardini
Tifosi del Parma al Tardini

Tomas Brolin è stato molto più di un semplice calciatore: è un uomo che ha trasformato ogni fase della sua vita in un’avventura. A quasi 56 anni, l’ex attaccante svedese guarda al passato con gratitudine e al futuro con la curiosità di chi non smette mai di reinventarsi. Dal calcio al business, dalla musica al poker, fino all’attuale attività di vendita di aspirapolveri, Brolin ha saputo cambiare pelle senza rimpianti.

In un’intervista rilasciata recentemente, l’ex numero 11 del Parma ha ripercorso i momenti salienti della sua carriera e le scelte radicali che lo hanno portato a dire addio al calcio professionistico a soli 28 anni.

Il calcio? “Un’avventura indimenticabile”

Parlando della sua carriera sportiva, Brolin ha definito il calcio “un divertimento da bambino e un lavoro da adulto”, ma soprattutto “un’avventura indimenticabile”. Con il Parma ha alzato al cielo una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea e una Coppa UEFA. Il punto più alto, però, lo ha raggiunto nel 1994, quando con la Svezia conquistò il terzo posto ai Mondiali e si classificò quarto nella graduatoria del Pallone d’Oro, dietro a nomi leggendari come Stoichkov, Baggio e Maldini.

Il ritiro precoce: “Avevo altri sogni in testa”

Nonostante i successi, a 28 anni Brolin decise di chiudere la carriera da calciatore. A detta sua, non si trattò di un colpo di testa, ma di una scelta consapevole. Era stanco degli allenamenti quotidiani e si sentiva attratto da nuovi progetti. Un incontro decisivo fu quello con un inventore che gli propose un’idea innovativa di aspirapolvere: nacque così la sua prima vera avventura imprenditoriale.

Molti lo sconsigliarono dal ritirarsi così presto, ma Brolin replicava che tutto dipende da cosa si è fatto in quegli anni. E lui, in 28 anni, sentiva di aver già vissuto intensamente.

“La vita è troppo breve per fare cose noiose. Non faccio nulla che non mi diverta”.

Brolin, Parma nel cuore: “Indimenticabile vincere contro la Juve”

Tra i momenti più emozionanti, Brolin ha citato la vittoria della Coppa Italia del 1992 contro la Juventus, in un Parma giovane e ancora inesperto. Anche la Coppa delle Coppe dell’anno successivo è rimasta impressa nella sua memoria, con lo stadio di Wembley invaso dai tifosi gialloblù.

E della città emiliana gli mancano soprattutto la cucina e le sfide a ping pong con Gianfranco Zola, che spesso riusciva a battere nel tavolo che teneva nella sua casa alle porte di Parma.

Oltre il calcio: imprenditore, pokerista, uomo libero

Dopo il calcio, Brolin ha esplorato diversi mondi: ha lavorato nel settore immobiliare, ha gestito un ristorante, ha prodotto musica e si è lanciato persino nel poker professionistico. La passione per le carte nacque per caso, durante delle serate con amici a Stoccolma, e lo portò fino ai casinò di Las Vegas.

“Ero tranquillo, come in campo. Il segreto era non lasciar trasparire nulla dal volto”.

Anche il poker, però, alla lunga perse il suo fascino. Brolin ha ammesso di essere una persona inquieta, alla costante ricerca di nuovi stimoli. Per questo, oggi non prova alcun rimpianto per non essere tornato nel mondo del calcio in ruoli dirigenziali o come allenatore.

“Mai pensato di tornare. Guardo le partite che mi interessano, seguo ancora il Parma, ma non vivo per il calcio. Sarebbe una bugia, e io sono una persona onesta”.

Fare l’allenatore, ha detto, non rientra nelle sue corde: “Un tecnico deve pensare a venticinque persone. Io faccio fatica a badare a me stesso”.

Brolin, un uomo in continua evoluzione

Brolin ha sottolineato come la sua vita sia stata guidata sempre dalla voglia di mettersi in gioco e di evitare la noia. Oggi, tra partite di padel, golf e nuovi progetti imprenditoriali, si dedica con entusiasmo a ciò che lo fa sentire vivo. E il presente lo vede coinvolto nella vendita di aspirapolveri, attività che definisce stimolante e appagante.

Il suo ricordo più bello da calciatore? Il primo gol in Serie A, segnato a Bari, su calcio d’angolo, di testa. Un dettaglio curioso per un giocatore alto solo un metro e settantacinque.

“Anche in questo ci vedo la stranezza e la bellezza della vita. È capace di sorprenderti sempre”.

Oggi, Tomas Brolin non ha bisogno di rincorrere un pallone per sentirsi realizzato. Gli basta rincorrere la curiosità. E per lui, questo è il segreto della felicità.

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