Djokovic attacca velatamente Alcaraz per le critiche all’ATP, ma dietro le parole del serbo si potrebbe nascondere una tattica.

Gli eventi ravvicinati della tournée asiatica hanno riacceso l’annosa polemica sul calendario del tennis, con tanti giocatori di spicco che hanno attaccato ATP e WTA, tra cui Carlos Alcaraz, che dopo il trionfo all’ATP 500 di Tokyo ha preferito rinunciare al Masters 1000 di Shanghai per evitare di rischiare di incappare in infortuni che potrebbero comprometterne il finale di stagione.
A proposito di questa polemica ha parlato in conferenza stampa a Shanghai anche Novak Djokovic, che pur schierandosi a favore dei suoi colleghi ha velatamente rifilato una bella stoccata proprio ad Alcaraz, affermando di considerare il suo comportamento un po’ contraddittorio, e agli altri giocatori, a suo parere troppo disuniti. Ma dietro tutto ciò potrebbe nascondersi anche il tentativo di dare forza alla PTPA, il sindacato fondato da lui e Vasek Pospisil.
La stoccata di Djokovic ad Alcaraz
Tra i giocatori che più si sono lamentati del fitto calendario ATP c’è senza dubbio Alcaraz, il quale però ha riempito la sua stagione anche con varie (e ricche) esibizioni, aspetto che ha evidenziato anche Djokovic parlando delle polemiche sollevate e del problema calendario: “I giocatori si lamentano del calendario, commentano sui media, ma bisogna investire energie. I giocatori migliori devono rimboccarsi le maniche e capire il sistema, in modo da impegnarsi di più a partecipare.
“I commenti sui media possono creare scalpore e attirare l’attenzione, ma non cambiano le cose. Lo so per esperienza. Onestamente, non vedo molti cambiamenti all’orizzonte finché non ci sarà un’unione tra i vertici del tennis: ATP, WTA, i quattro Slam, l’ITF… Sono tutti separati, ognuno ha i propri interessi. Alla fine, la possibilità di scelta esiste ancora. Poi ci sono anche le esibizioni, a cui i giocatori si candidano, quindi è un po’ contraddittorio”.
Djokovic porta l’acqua al mulino della PTPA
Dietro le parole di Djokovic potrebbe esserci anche il tentativo di convincere i giocatori della necessità di riunirsi in un sindacato come la PTPA fondata da lui e Pospisil che da tempo si occupa anche del problema del calendario. Alcune delle frasi precedentemente citate lasciano intendere infatti come secondo Nole le proteste dei giocatori fatte in questa maniera non siano d’aiuto, mentre se non fossero fatte individualmente ma come movimento sarebbero più difficili da ignorare.
A conferma di tutto ciò anche le altre dichiarazioni rilasciate da Djokovic in conferenza stampa a Shanghai: “Ne parlo da anni, ho parlato della riorganizzazione del calendario anche prima che il piano trentennale fosse implementato. Ci sono diverse cose da tenere in considerazione in questo sport negli ultimi decenni, ci sono persone che non vogliono che nulla cambi. Ognuno lavora per i propri interessi, dal punto di vista degli affari è logico. Come uno che ha giocato ai massimi livelli per più di 20 anni, posso dire che i giocatori non siamo abbastanza uniti. Per questo è fondamentale che i top player si siedano intorno a un tavolo, si rimbocchino le maniche e si impegnino davvero a capire tutte le questioni importanti”.