Chissà se rifarebbero le stesse scelte. Già , perché nessuno li ha mandati via: se ne sono andati da soli. Luciano Spalletti e Cristiano Giuntoli avevano ancora dei contratti in essere col Napoli nel 2023, all’indomani del terzo, storico Scudetto della storia azzurra. E Aurelio De Laurentiis sarebbe stato ben felice di proseguire il rapporto con l’allenatore (che aveva confermato via Pec) e col direttore sportivo, di cui si meravigliò ad apprendere della “fede” juventina. Entrambi hanno deciso di salutare da vincitori. E si sono trasformati in sconfitti.
Spalletti mise le cose in chiaro con De Laurentiis subito dopo la certezza aritmetica del titolo: voleva andar via. E i motivi li ha descritti nel libro uscito circa due anni dopo: c’era rimasto male per alcuni atteggiamenti del presidente, tra cui la mancata autorizzazion al bus scoperto per festeggiare il trionfo coi tifosi. PiĂą una serie di altre questioni, piĂą o meno grandi, piĂą o meno importanti. Poche settimane dopo aver salutato il Napoli per ritirarsi nella sua tenuta in Toscana, Spalletti s’è precipitato al capezzale della Nazionale, mollata da Mancini a Ferragosto per i soldi arabi. Non è riuscito, però, a migliorare la disastrata situazione del calcio italiano. Anzi. All’Europeo, raggiunto faticosamente grazie al secondo posto nel girone a spese dell’Ucraina, gli Azzurri sono usciti agli ottavi, travolti dalla Svizzera. E dopo una sola partita, la corsa verso i Mondiali 2026 è giĂ compromessa: imbarazzante il 3-0 rimediato in Norvegia. Spalletti ha un carattere spigoloso, non ha legato col gruppo, ora rischia seriamente l’esonero. Gravina, per salvarsi ancora una volta, gli getterĂ addosso tutte le colpe, anche quelle sue.Â
L’altro protagonista dello Scudetto 2023 scappato subito dopo il trionfo è Cristiano Giuntoli. Scelta di cuore la sua: non ha resistito al richiamo della Juventus, la sua squadra da bambino. Ma in due anni alla Vecchia Signora ha sì contribuito a migliorare i conti, ma non ha collezionato gioie. La Coppa Italia 2024 è stato il trionfo del suo “nemico” Allegri, che non a caso ha provato ad aggredirlo, verbalmente e fisicamente, subito dopo il successo dell’Olimpico sull’Atalanta. Per il resto, un terzo e un quarto posto e una serie impressionante di delusioni e scelte sbagliate, dal bagno di sangue per ingaggiare Koopmeiners e Nico Gonzalez al colpo sbagliato Douglas Luiz, dalle incredibili valutazioni negative su Kean, Huijsen e Fagioli alla campagna di rafforzamento dell’ultimo inverno, che non ha migliorato piĂą di tanto la squadra. Soprattutto, ha puntato su Thiago Motta, tecnico esonerato dopo pochi mesi. C’è un errore che ha accomunato Spalletti, Giuntoli e lo stesso De Laurentiis: aver creduto di essere gli unici responsabili di quel titolo. Tutti lo hanno pagato a caro prezzo. Uno solo ne è giĂ venuto fuori: il presidente, che ha puntato su Conte. E ha rivinto, mentre gli altri due hanno collezionato soltanto flop.Â
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