L’opinione più diffusa e condivisa sul rinnovato Napoli di Spalletti edizione 2022-23 è tendenzialmente una. L’undici di Luciano non scende in campo per giocare. E nemmeno per vincere. Scende in campo per dominare. Senza sconti e senza timori di sorta. Rispetto per l’avversario e nessuna pietas umana. Il Napoli di Spalletti annienta sul piano sportivo e annichilisce su quello mentale. Per questo si può parlare di scudetto.
Dopo un avvio piuttosto ordinario e una serie di vittorie di misura, il collettivo azzurro è cresciuto e sta crescendo in maniera esponenziale. La vittoria sul Liverpool è stata il punto di rottura: a partire dalla gara casalinga di Champions vinta per 4-1 sui Reds, gli azzurri di Spalletti hanno segnato 31 gol in dieci partite fino alla gara dell’Olimpico. Una macchina infernale. E tra gli ingranaggi migliori c’è il ragazzo dell’est che nessuno si aspettava. Khvicha Kvaratskhelia.
Ala sinistra 2001: un metro e 83 centimentri di corsa, dinamismo, temperamento e classe. Versatile nel reparto offensivo, al punto da poter essere impiegato anche sulla destra o addirittura come centrale avanzato. Acquistato dalla Dinamo Batumi il primo luglio 2022, Khvicha aveva un valore di mercato al momento del trasferimento pari 15 milioni. In tre mesi è più che raddoppiato, arrivando a 35. Fino al 23 ottobre ha praticamente giocato il 100% delle gare ufficiali dal primo minuto: 80% di minuti giocati e 29% di partecipazione alle azioni concluse con una segnatura del Napoli. Khvicha ha segnato 10 gol nelle prime 19 partite e ha consegnato 6 assist in altrettante gare. Nell’anno di svolta di Spalletti, Kvaratskhelia si è rivelato il giocatore giusto al momento giusto.
Dal canto suo, il Napoli è diventato un collettivo straordinariamente solido che sembra prescindere dalla forza dei singoli in termini di dipendenza: tutti i giocatori a partire dal reparto arretrato sono in grado di andare a rete. Raspadori conferma il suo talento. Osimenh rientra dopo un lungo stop come se non avesse mai smesso di giocare e alla prima gara abbatte la Roma con un gol dalla difficoltà pari a dieci, eseguito con una semplicità inverosimile. Kvaratskhelia corre, sbuffa, si affanna e supera gli avversari come birilli. Progressioni costanti, assist continui, pericolosità a mille. Il Napoli attacca sistematicamente l’area avversaria con 5-6 atleti, difende con maestria e quasi si esalta prima di ripartire e infierire. Sul piano mentale sembra essere in grado di alzare le barricate e soffrire anche nelle partite ostiche che avrebbe perso nell’ultimo campionato: Spezia, Lecce e Bologna hanno consegnato una squadra tipicamente cinica che quando non riesce a usare il pallottoliere si accontenta di un gol di scarto per portare a casa i tre punti.
Per via di questa straordinaria impalcatura mentale e per la rivoluzionaria struttura di gioco costruita da Spalletti, non stupisce che in molti stiano puntando idealmente, e non solo, sulla vittoria tricolore del Napoli. I bookmakers hanno parzialmente e gradualmente rimodulato le quotazioni relative al possibile primo posto degli azzurri a fine campionato. I principali portali di betting italiani e stranieri cominciano ad affollarsi di scommettitori che puntano sullo scudetto del Napoli utilizzando più o meno sistematicamente i numerosi bonus benvenuto scommesse offerti dalle varie piattaforme. Dopo il successo all’Olimpico sulla Roma di Mou, ad esempio, i partenopei erano quotati a 2.25, 2.40 e 2.50 dai più importanti bookmakers online. Quote piuttosto basse a dimostrare la forza di un collettivo che sembra indirizzato ad arrivare davvero fino in fondo nella Serie A 2022-23.
Una Serie A in cui il Napoli sembra essere in grado di accettare anche le partite più scomode. Quelle in cui gli avversari tendono a distruggere, osteggiare, impedire quella fluidità di gioco che ormai è tipica degli azzurri. Anche quando il palleggio è più difficile del solito il Napoli trova sempre una soluzione, che sia frutto del lavoro collettivo o di una semplice convergenza episodica o individuale. E in questo torna in ballo il talento di Tiflis, Khvicha Kvaratskhelia. Il georgiano è la forza motrice sulla sinistra. Abnegazione, grinta e temperamento. Tantissima umiltà e correttezza invidiabile: zero ammonizioni in quasi 20 partite. Ma Khvicha è anche classe ed eleganza: alcune progressioni sembrano cavalcate di stile, giravolte sul pallone e poi stoccate finali. Alterna la grazie della giocata alla concretezza negli ultimi 15 metri. Longilineo e potente, con un destro capace di abbattare pali e traverse e all’occorrenza di girare alla maniera di Lorenzo Insigne degli ultimi anni. Nell’impianto di gioco di Spalletti, Kvaratskhelia è decisamente l’uomo in più che nessuno si aspettava.
Quello che invece ogni anno si aspettano gli analisti di calcio è il crollo mentale degli azzurri quando il traguardo è praticamente ad un passo. La vera prova di maturità del rinnovato Napoli di Spalletti edizione 2022-23 è allora soltanto una: credere che niente è stato conquistato fino al triplice fischio dell’ultima di campionato. Chissà che i 21 anni di Khvicha, il giovanissimo dalle spalle larghe, non sappiano insegnare anche ai più grandi come si fa a vincere senza la presunzione di aver già raggiunto il traguardo.
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