Rivoluzione Juve. La Signora, dopo aver conquistato l’accesso alla prossima Champions, è pronta a rifarsi il trucco: nuovo assetto societario, panchina da assegnare (occhi puntati su Antonio Conte) e una rosa da ringiovanire e potenziare. In casa bianconera è iniziata l’era 3.0.

Juve, Elkann scende in campo

John Elkann ha deciso di metterci la faccia. Presenza fissa nelle decisioni che contano e nelle operazioni strategiche, ha già dimostrato di saper tenere saldo il timone nei momenti difficili. Ora vuole costruire una Juve forte, ambiziosa, ben strutturata. Proprio come quella dei nove scudetti di fila. Al centro del progetto c’è Giorgio Chiellini, ex capitano e ora figura sempre più centrale nel mondo Juve. Dopo un anno da responsabile delle relazioni internazionali, è pronto a entrare nel prossimo CDA e — chissà — magari in futuro anche nella stanza dei bottoni come presidente. Intanto lavora fianco a fianco con Elkann al riassetto societario, come punto di collegamento tra campo e scrivania.

Chiellini al vertice

Accanto a Chiellini potrebbe arrivare un altro pezzo da novanta: Damien Comolli, attuale presidente del Tolosa, profilo internazionale con un background solido tra scouting, direzione sportiva e presidenza. Un “uomo di campo”, insomma, che potrebbe prendere il ruolo di ad sportivo, proprio come ai tempi d’oro faceva Marotta. Proprio oggi, infatti, è arrivata la notizia delle sue dimissioni dal Tolosa, che ha chiuso al decimo posto in Ligue 1 questa stagione. Lo annuncia l'Equipe: in carica dal 2020, ha riportato il Tolosa in Ligue 1 nel 2022 e conquistato la Coppa di Francia l'anno successivo.

Il rientro di Tognozzi

E non è finita. La Juventus sta pensando anche a un ritorno graditissimo: Matteo Tognozzi, ex scout e ds del Granada, con un passato vincente alla Continassa tra intuizioni di mercato come Huijsen, Soulé e Yildiz. Il suo rientro andrebbe a completare una macchina organizzativa che punta alla perfezione.

Giuntoli, futuro in bilico

Sempre secondo L'Equipe, Comolli prenderebbe il posto del football director Cristiano Giuntoli, il cui futuro è un rebus. Contratto lungo (fino al 2028), stipendio importante (2 milioni a stagione), ma rendimento ancora da decifrare. I conti li ha sistemati, certo, ma la gestione tecnica ha lasciato perplessi i vertici. La mancata conferma di Thiago Motta e i 15 milioni da versare subito per l’esonero hanno riacceso i dubbi. Tuttavia, l’addio non è scontato: Giuntoli potrebbe restare con un ruolo ridimensionato, magari focalizzandosi sul mercato all’interno di una struttura più ampia, più simile a quella collaudata nei fasti dell’era Agnelli.

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