Ciclismo, Viviani dice addio alla bici: “Il momento giusto per chiudere, ora voglio fare il team manager”

Elia Viviani si ritira da campione del mondo: il velocista azzurro chiude la carriera ma resterà nel ciclismo come team manager.

Viviani, ciclista italiano, esulta dopo il successo.
Viviani, ciclista italiano, esulta dopo il successo.

 

Elia Viviani saluta il ciclismo professionistico con un sorriso e un titolo mondiale fresco di conquista. A Santiago del Cile, il veronese ha vinto l’Eliminazione, il terzo titolo iridato della sua carriera su pista, segnando un’uscita di scena da protagonista assoluto. “È il momento giusto per smettere”, confessa con serenità, consapevole di chiudere una pagina importante della sua vita sportiva nel momento più alto.

Una carriera da leggenda

Classe 1989, Viviani ha saputo brillare sia su strada che su pista. Dal Giro d’Italia ai Mondiali su pista, il “Profeta” ha lasciato un segno indelebile nel ciclismo italiano e internazionale. Le sue volate, la capacità di leggere la gara e la precisione nei momenti decisivi hanno fatto di lui uno dei velocisti più affidabili e vincenti della sua generazione. Ogni successo è stato costruito con dedizione e sacrificio, caratteristiche che ne hanno plasmato l’immagine di campione completo.

Il momento della decisione

La scelta del ritiro non è arrivata per caso. Viviani racconta di aver riflettuto a lungo: “Voglio smettere da campione, senza rimpianti e con la gioia di aver dato tutto”. Il titolo mondiale conquistato di recente ha confermato che il ciclismo può ancora offrirgli grandi soddisfazioni, ma il pensiero di trasmettere la sua esperienza alle nuove generazioni ha avuto la meglio. La serenità di chi sa di aver raggiunto tutto ciò che desiderava è evidente nelle sue parole.

Il futuro nel ciclismo

L’addio alla bicicletta da professionista non significa distacco dal mondo che ama. Viviani ha già annunciato che il suo prossimo ruolo sarà quello di team manager. “Voglio restare nel ciclismo e aiutare i giovani a crescere”, dice, sottolineando la voglia di trasmettere strategie, valori e mentalità vincente. Una nuova avventura che gli permetterà di rimanere protagonista, ma in un ruolo diverso: guidare, motivare e far crescere nuovi talenti.

L’eredità lasciata

Il ritiro di Viviani segna la fine di un’era per il ciclismo italiano, ma anche l’inizio di un capitolo dedicato alla formazione di nuovi campioni. La sua esperienza su strada e su pista, la capacità di affrontare la pressione e il rispetto conquistato tra compagni e avversari lo rendono un punto di riferimento naturale per chi vuole emergere. Insomma il ciclismo perde un atleta formidabile, ma guadagna un manager pronto a costruire nuove vittorie.

Il messaggio ai tifosi

“Ringrazio tutti, dai compagni ai tifosi, per avermi supportato in ogni momento”, conclude Viviani. Un messaggio che unisce gratitudine e ottimismo, lasciando intendere che la sua passione per il ciclismo continuerà a brillare, anche lontano dal sellino. Il “Profeta” chiude la carriera da campione, ma la sua storia nel ciclismo è tutt’altro che finita.

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