Il retroscena Juve-Kolo Muani ha del clamoroso ed è stato appena reso noto. Il PSG, infatti, avrebbe accettato l’offerta dei bianconeri alle 3 di notte, ma Comolli aveva già chiuso per Openda.

Il calciomercato regala spesso storie parallele e retroscena che emergono solo a bocce ferme. Uno dei più salienti dell’ultima finestra estiva riguarda la Juventus e Randal Kolo Muani, attaccante francese in forza al Paris Saint-Germain ma che, in una notte frenetica di fine agosto, è stato davvero a un passo dal ritornare a vestire bianconero, dopo la positiva stagione da gennaio in poi sotto l’ombra della Mole Antonelliana.
Il retroscena dell’affare sfumato
Secondo quanto trapela, il PSG nella notte tra il 31 agosto e 1 settembre aveva inviato una PEC ufficiale attorno alle 3, confermando la disponibilità a chiudere l’affare con la Juve sulla base di un obbligo di riscatto fissato a 60 milioni di euro. Una cifra importante, che la dirigenza parigina era pronta ad accettare pur di sbloccare l’operazione e consegnare al club bianconero un rinforzo di assoluto livello. Tutto però si è complicato in maniera repentina, in quanto il dg Damiene Comolli deciso a non restare scoperto in attacco, si era già mosso in anticipo mettendo le mani su Loïs Openda, strappato al Lipsia per 40 milioni e l’arrivo del belga, sommato alla trattativa parallela con il PSG, ha fatto emergere più di un dubbio sulla sostenibilità economica dell’operazione Kolo Muani.
L’altro “problema” che ha fatto saltare il banco
L’altro nodo cruciale, invece, corrisponde nel nome di Dusan Vlahovic. La Juve aveva valutato la sua cessione come chiave per rifinanziare il mercato e riequilibrare i conti, ma l’attaccante serbo non è mai partito. Senza la sua uscita, la società si sarebbe ritrovata con tre prime punte di livello internazionale e un monte ingaggi ingestibile per le casse bianconere.

Galeotta fu la PEC
Così, nonostante la PEC e i documenti pronti, la Juve ha scelto il passo indietro. Una sliding door di mercato che ha cambiato le sorti non solo di Kolo Muani con il francese che si è trasferito in prestito secco in Premier League al Tottenham, ma anche dell’attacco bianconero. Se l’operazione fosse andata in porto, oggi Igor Tudor (o chi siede in panchina) avrebbe avuto a disposizione un reparto offensivo totalmente diverso. Invece la storia ha preso un’altra direzione, e questo retroscena rimane una delle pagine più curiose e misteriose dell’ultima sessione estiva di calciomercato.