Pantaleo Corvino artefice di un capolavoro a Lecce con una plusvalenza di oltre 55 milioni di euro che mette al sicuro il prossimo futuro del club.
Un Lecce che fa scuola: bilanci in attivo e talenti in vetrina. L’ultimo doppio colpo è un emblema della gestione impeccabile di un club sotto il profilo economico: sessanta milioni in due operazioni, ovvero le cessioni di Dorgu al Manchester United per 35 milioni e di Nikola Krstovic all’Atalanta per 25 milioni.
Il Lecce, ogni anno in lotta salvezza, costruisce un modello sostenibile che diventa avanguardia e fa da monito all’intera Serie A. Non solo ai piccoli club, abituati a sacrifici economici e a stringere le maglie ma anche a quelli più blasonati, che spesso associano spese folli all’assioma di vittoria garantita.
Il direttore dell’area tecnica è il cuore del progetto. Con un approccio basato su autofinanziamento e valorizzazione, ha lanciato campioni come Vlahovic, Jovetic, Bojinov e Felipe Melo. Il principio è semplice: comprare a poco, crescere in casa, vendere bene.
Dorgu è costato ai salentini 200mila euro, Krstovic poco meno di 4 milioni. Al netto, oltre 55 milioni di plusvalenza che creano un processo virtuoso da prendere a modello. Ogni cessione rafforza il club, Corvino lo ripete spesso: “Le plusvalenze vanno alla società, non ai direttori”.
Con l’arrivo di Eusebio Di Francesco, il Lecce punta su un modulo propositivo. Il sistema prevede:
Il budget c’è, ma sarà usato con criterio. Servono un attaccante pronto, un centrale esperto e un’ala da doppia cifra potenziale. I profili valutati sono in linea con la filosofia: giovani con margini e costi contenuti.
Il Lecce è oggi uno dei pochi club italiani capaci di coniugare sostenibilità economica e competitività sportiva. Con il metodo Corvino, il 4-3-3 giovane di Di Francesco e 60 milioni di entrate, i salentini rilanciano il proprio progetto, dimostrando che in Serie A si può fare calcio in modo intelligente, senza debiti e senza rinunciare all’ambizione.
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