La famosa scelta di vita lui l’ha fatta davvero. Josip Ilicic ha detto no a tanti soldi ritirandosi quando era ancora in grado di fare la differenza. Dopo il Covid la stella dell’Atalanta ha iniziato a maturare l’idea di mollare tutto e così ha fatto. Lo sloveno si confessa ad As e rivela anche un retroscena di mercato.
Ilicic che svela di essere stato a un passo dal Napoli: “Era praticamente fatta ma alla fine l’Atalanta ha deciso di non lasciarmi partire – ha spiegato -. Per loro era fondamentale ma avevo già accettato l’offerta del Napoli e parlato con Ancelotti, mi ha detto due o tre parole sul calcio… e poi mi ha parlato della vita. Mi raccontò cose di Napoli: ‘Dai, vieni, andiamo a mangiare, a bere…’. (Sorride). Ne aveva parlato anche con Mertens e con il ds Giuntoli. Ero convinto, volevo andare lì per vincere il campionato e giocavo molto bene, fisicamente ero un animale”.La verità è che non sopportavo più tanta pressione, giocando ogni tre giorni. Dopo la pausa COVID ho sofferto troppo, non ero più lo stesso e sentivo in cuor mio che era arrivato il momento di dire basta. Avevo promesso di tornare il giorno in cui sarei partito da Maribor e l’ho mantenuto”.
Lo stop per Covid lo fece riflettere: “Mi è mancato tutto. Arrivò un punto in cui non sentii più il bisogno di giocare ad alti livelli e decisi di portare la famiglia a casa. La verità è che non sopportavo più tanta pressione, giocando ogni tre giorni. Dopo la pausa COVID ho sofferto troppo, non ero più lo stesso e sentivo in cuor mio che era arrivato il momento di dire basta. Avevo promesso di tornare il giorno in cui sarei partito da Maribor e l’ho mantenuto”.
La decisione di lasciare l’Atalanta arrivò poi dopo qualche anno e diversi mesi tra campo e panchina: “Dopo un mese di confinamento ho chiesto al club di andare via – spiega Ilicic a proposito del periodo del Covid -. Soffrivo troppo senza la mia famiglia. Una volta arrivato lì ho capito che era quello di cui avevo bisogno e che il calcio non faceva più per me. Giocando ogni tre giorni sei sempre in viaggio, non hai una vita privata e non potevo accettare che la mia famiglia mi vedesse soffrire. Mi sentivo di nuovo ‘bambino’, per essere felice”.
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