Milan, Serafini: ora che non lavoro a Milan tv posso dire tutto
Il giornalista tifoso dei rossoneri stronca l'intera dirigenza del club dopo l'ultimo fallimento nella finale di coppa Italia, da Furlani a Ibrahimovic

Cosa resta della stagione del Milan? Una supercoppa, per quel che può valere, conti in rosso con due allenatori a busta paga, un mercato sbagliato e la sensazione di aver intrapreso la strada che non porta da nessuna parte. Difficile pensare che questa intelaiatura, tecnica e dirigenziale, possa crescere. Inevitabile la rivoluzione tra il pessimismo di tifosi ed addetti lavori. Rappresentante di entrambe le categoria è Luca Serafini, ex giornalista di Milan tv, che nel suo editoriale per Milannews si sfoga.
Il ruolo di Ibra per Serafini
Dopo aver sottolineato la presunzione della società Serafini smonta i dirigenti uno per uno: "Il ruolo di Ibra? Me lo vedo in ufficio con i piedi sulla scrivania parlare, dire, raccontare delle cose, delle storie, degli aneddoti. Ogni tanto alla squadra, che sembra non lo ascolti più da un pezzo. Un opinionista, non un dirigente. Moncada? Uno scout. Bravo quando ci azzecca, meno bravo quando toppa. Come tutti gli scout, chi più, chi meno".
Le bordate su Furlani
Poi aggiunge: "Da 7 anni il presidente è Paolo Scaroni: ormai è chiaro a tutti quanto poco sappia di calcio e ancor meno di Milan. Se non altro per lungo tempo è rimasto nell’ombra e si pensava che dovesse occuparsi solo del nuovo stadio (così come Cardinale). Si limitava a qualche frasetta buttata lì, senza nuocere a niente e a nessuno. Invece da quando lo riconoscono per strada non smette più di parlare, smentendo sé stesso tra un’uscita e l’altra.
Si diverte. Si crogiola. Nel frattempo il nuovo stadio è diventata un’altra barzelletta che non fa ridere. La realtà è che sono tutti comprimari. Tutte controfigure. Persino Furlani lo è, perché è uomo del Fondo Elliott, è uomo di Singer (che all’Olimpico era presente, al contrario di Cardinale). Sì, perché c’è un capo che sceglie, decide, fa e soprattutto disfa. Il Fondo Elliott, i Singer, hanno lo scettro: il povero, divertito Furlani è il loro comprimario mandato allo sbaraglio. A loro si deve in primis ciò che il Milan (non) è diventato"
L'ammissione di Serafini
Serafini, che di recente è stato licenziato da Milan Tv, ammette: "Certo che è più facile adesso, lontano da MilanTv, riconoscere quanto io stesso sia stato un boccalone, ma chi mi è vicino sapeva bene come da tempo meditassi il da farsi: la cacciata ha anticipato una scelta inevitabile. Da oltre un anno - peraltro - avevo aperto la piattaforma Milancommunity dove club e tifosi ne dicono di tutti i colori alla dirigenza, eppure nessuno dei dirigenti mi ha mai detto nulla fino alla sera in cui una cosa l’ho detta io, ospite a Sportitalia. In tutto questo non dimentichiamo la pochezza dei giocatori, del loro atteggiamento, del non gioco proposto da Conceicao. Non lo dimentichiamo, avendo più chiaro che mai come sia comunque una conseguenza fisiologica dopo che gli hanno bucato le gomme: sabotaggio cui non hanno saputo reagire".