Conte che non arriva, Giuntoli che se ne va. Cronache di giorni intensi sul fronte juventino. Se da un lato di registra l’ingresso nella dirigenza di Damien Comolli, oramai ex Tolosa, dall’altro le vere notizie della giornata sono l’addio del cavallo di ritorno Antonio Conte ma anche il benservito a Cristiano Giuntoli. Elkann non fa sconti, per ora, ma si ritrova senza allenatore a meno che Tudor…
Era l’obiettivo numero 1. Era ad un passo. Ora è sfumato. Tutto in 24 ore o poco più. Questo matrimonio non s’ha da fare avrebbe sentenziato il Manzoni riguardo il ritorno di Antonio Conte alla Juventus. Che salta per l’ennesima volta da quell’addio del 2014 dopo solo due giorni di preparazione e dopo 3 scudetti.
Per la terza o quarta volta, oramai non si contano più, le strade di Conte e della Juve non sono destinate a incontrarsi. Nonostante siano andate così vicine. Mai forse come questa volta. Conte ha scelto il Napoli convinto da De Laurentiis, dal progetto, dal contesto.
La Juve non sembra avere più lo stesso appeal di una volta. E anche la stessa forza probabilmente. In altri momenti la società bianconera, da Umberto Agnelli a Moggi fino ad Andrea Agnelli e Beppe Marotta, in pochi giorni, anche ore, riuscivano a chiudere le situazioni, da Capello ad Allegri, nei momenti difficili, di impasse.
Fa specie anche che nel giorno in cui Conte resta al Napoli e di effetto domino, Allegri firma per il Milan, in casa Juve salta Cristiano Giuntoli, ex Napoli che era stato alla base del repulisti bianconero iniziato soprattutto con il ridimensionamento di Allegri lo scorso anno prima della cacciata dopo la burrascosa finale di Coppa Italia.
All in su Conte. Almeno fino ad oggi. Da domani cambia tutto per la panchina della Juve. Ricomincia il casting. Una sola certezza, si fa per dire. Igor Tudor che l’altro giorno non voleva nemmeno fare il Mondiale per Club ma che per ora vede incredibilmente aumentare le probabilità di restare.
Altri nomi? Tutti e nessuno. Da Pioli a Mancini, con Gasperini in fase di chiusura con la Roma c’è ben poco altro sul mercato dei tecnici se non sondare stravaganti e rivoluzionarie idee che come già per Thiago Motta non hanno pagato un granchè.
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