Il problema stadio, i debiti con Elliott, la necessità di equilibrare investimenti, risultati e bilancio: sono questi i crucci di Gerry Cardinale. Il n.1 di Redbird, secondo La Repubblica, è sempre più a caccia di investitori per tenersi il controllo del Milan.
Si avvicina la scadenza dei debiti con Elliott: ad agosto la cifra toccherà i 693 milioni (il 57.7% del valore attuale del Milan) ed è già salita con gli interessi dell’8% a 634,3 e c’è l’esigenza di dover rimpolpare il suo stesso capitale, vendendo “al prezzo base di costo”, cioè senza guadagno, “fino a 150 milioni del capitale investito iniziale di 681 milioni, data la necessità dell’azienda di abbassare l’importo dell’investimento per riequilibrare il portafoglio”. La formula testuale è riportata nel documento in cui Washington Harbour che Repubblica ha visionato.
L’elemento chiave è il futuro stadio di proprietà , i cui ricavi ipotizzati sono di ben duecentoundici milioni l’anno.  Il dossier disegna ancora partner esotici all’orizzonte: “Sulla base dei nostri colloqui con RedBird riteniamo che probabilmente venderà una quota di minoranza nel 2027 a un fondo sovrano o a una famiglia miliardaria, per fornire liquidità agli investitori che desiderano vendere prima del completamento del nuovo stadio nel 2029”. In sostanza il n.1 di Redbird mette in vendita il 22% delle quote. L’affare stadio è fondamentale anche per l’attuale management del club.
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