Troppe disattenzioni e punti persi, il Diavolo si ferma quando deve correre. E ora Allegri pretende una svolta

Il Milan di Massimiliano Allegri continua a inciampare dove dovrebbe correre. Dopo l’ennesimo pareggio contro una squadra di bassa classifica, il tema si ripete: contro le big la squadra regge, ma appena cala la tensione arrivano blackout e passi falsi che pesano come macigni in chiave scudetto. “Due punti buttati”, ha tuonato il tecnico a fine gara contro il Parma, sintetizzando la frustrazione di un gruppo che sembra alternare grandi prestazioni a prove inspiegabilmente opache. Il problema, però, non è episodico: è diventato un marchio di fabbrica.
Testa e ritmo, i veri limiti del Milan
Quando la sfida è di cartello, il Milan risponde presente. Ma appena l’avversario cambia nome e blasone, qualcosa si spegne. Allegri lo sa e lo ripete da settimane: “Serve la stessa concentrazione in ogni partita”. La squadra rossonera sembra faticare nella gestione mentale dei match più “facili”. Il ritmo si abbassa, la cattiveria agonistica svanisce e gli errori individuali si moltiplicano. La difesa concede troppo, il centrocampo perde equilibrio e in avanti manca la lucidità nelle scelte decisive. È come se il Diavolo, davanti alle sfide più abbordabili, smettesse di credere nel pericolo. E nel calcio, si sa, l’attimo di leggerezza può costare caro.
Errori e fragilità: i numeri non mentono
Le ultime partite parlano chiaro: troppi gol subiti su disattenzioni, troppe occasioni sciupate. Pavlović e Gabbia non sempre impeccabili, le uscite difensive spesso ritardate, e un centrocampo che fatica a schermare. Allegri non cerca alibi. “Abbiamo concesso reti evitabili, basta superficialità”, ha detto dopo l’ultimo passo falso. Il tecnico ha già chiesto ai suoi una reazione immediata, anche perché il calendario non aspetta e i punti lasciati per strada iniziano a pesare.
Serve una svolta di mentalità
Il Milan resta una squadra di grande qualità, ma per restare agganciato al treno di testa serve continuità. Allegri lo sa: le grandi stagioni si costruiscono battendo le piccole. Ora tocca ai leader prendere in mano lo spogliatoio e cambiare rotta. Perché il Milan bello ma incostante non basta più: servono fame, intensità e attenzione. Solo così il Diavolo potrà tornare a volare anche quando l’avversario non fa paura.



