Ilicic, lacrime e verità. “Gasperini mi ha salvato, ho toccato il fondo”

L’ex fantasista dell’Atalanta, torna a raccontare alla Gazzetta dello Sport il periodo più difficile della sua vita.

Josip Ilicic, ex giocatore dell'Atalanta
Josip Ilicic, ex giocatore dell’Atalanta

 

Josip Ilicic torna a parlare. E lo fa con la sincerità di chi non ha più nulla da nascondere. L’ex stella dell’Atalanta, oggi tornato in patria, ha raccontato alla Gazzetta dello Sport il periodo più difficile della sua vita: la depressione, le settimane di isolamento durante il Covid e le voci cattive sulla moglie. Un racconto che commuove e scuote, perché dietro al talento c’era un uomo in guerra con sé stesso.

Dall’apice con la Dea all’inferno interiore

Nel 2020 l’Atalanta faceva sognare l’Italia. Gol, spettacolo e quell’impresa a Valencia firmata da Ilicic con quattro reti da urlo. Era l’immagine di un campione libero, capace di incantare l’Europa, ma dietro la facciata del genio si nascondeva una tempesta. “Ero chiuso in casa, 42 giorni da solo a Bergamo. Ho iniziato a pensare troppo”, racconta. E da lì è iniziata la discesa.

Il silenzio e il dolore

Il Covid aveva fermato tutto, ma non la cattiveria. Sui social cominciarono a girare voci assurde sulla moglie, Tina. “Erano tutte bugie – dice Ilicic – ma non avevo la forza di smentire. Non volevo più parlare, non volevo più giocare”. Quelle parole fanno ancora male, come le ferite invisibili di una depressione che gli ha tolto il sorriso e la voglia di scendere in campo.

“Gasperini mi ha salvato”

In mezzo al buio, una mano tesa. Quella di Gian Piero Gasperini. “Mi ha fatto superare limiti che non pensavo di poter toccare. Quando ero in ospedale, mi chiamava: ‘Devi tornare’. Mi ha dato forza”. Il tecnico dell’Atalanta è stato per lui più di un allenatore, una guida. Anche quando Ilicic voleva arrendersi, Gasperini lo ha tenuto in piedi. Oggi, a 37 anni, Ilicic ha ritrovato un equilibrio, gioca in Slovenia, vicino a casa, e ha imparato a convivere con la fragilità. “Non rinnego nulla – spiega –. Ho vissuto tutto: la gloria, la paura, il silenzio. Ma adesso sto bene”.

Il messaggio di Josip

La sua storia non è solo calcio. È la testimonianza di chi ha guardato dentro il proprio dolore e ha trovato la forza di rialzarsi. Non servono trofei per raccontare un campione: bastano coraggio, verità e cuore.

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