Il tecnico lascia qualche dubbio di formazione per la gara col Sassuolo e sottolinea come i nerazzurri siano stati ingiustamente massacrati

Ha ritrovato il sorriso Chivu. Il tecnico dell’Inter sa che non è stata sufficiente la vittoria in Champions contro l’Ajax per cancellare tutti i dubbi su di lui e sulla sua squadra ma le risposte avute dal gruppo sono servite a confermargli di essere sulla strada giusta. Domani col Sassuolo è vietato sbagliare dopo i due ko di fila con Udinese e Juventus ma l’allenatore rumeno si sente sereno.
Chivu e il rumore dei nemici
Ad Amsterdam Chivu aveva in parte citato Mourinho sostenendo di “non essere scemo” e quando lo stimolano su un altro mantra dello Special One (“sento il rumore dei nemici”) si toglie qualche sassolino dalle scarpe: “Il rumore dei nemici fa parte del gioco, è sempre stata una cosa di attualità nei miei confronti, io tiro avanti per la mia squadra senza guardare in faccia a nessuno, questa squadra merita di essere difesa, fino a marzo eravamo fortissimi e tutti se lo sono dimenticati. Capisco le delusioni ma non dobbiamo dimenticare che questa squadra ha fatto una stagione della Madonna, ha attributi e qualità, mi permette di dovermi preoccupare solo di tirar fuori il massimo da loro”.
L’elogio di Lautaro
Domani torna a disposizione Lautaro: “Lautaro si è allenato con noi e si è messo a disposizione come già aveva fatto mercoledì nonostante non riuscisse nemmeno a camminare, sarebbe stato disposto anche a giocare, è un capitano vero. Volete sapere se giocano lui e il portiere Pep Martinez? Faccio un giochino: un Martinez giocherà. Pio al posto di Lautaro? Qualche punto interrogativo lo devo lasciare comunque Pio sta facendo bene, mi piace come si presenta in allenamento ma tutte le alternative davanti sono valide. Il primo undici è importante ma lo sono più i cambi che si possono fare in partita. Di calcio Pio ne sa, lo ha fatto vedere. Il mio pensiero l’ho espresso sempre, poi stava a lui di meritare di stare nell’Inter. Il Mondiale per Club lo ha aiutato, il suo posto se lo è meritato senza che io incidessi, lo ha fatto vedere a tutti, anche ai ragazzi che gli vogliono bene”.
I nuovi troveranno spazio
Chivu non vuol sentire parlare di differenze tra vecchi e nuovi (“la meritocrazia è il primo criterio. Ma non solo per i primi undici, sono importanti ma lo sono anche i cambi perché spostano l’andatura della partita. È successo a Torino quando l’abbiamo ribaltata, poi le cose finiscono come finiscono. Prima o poi giocheranno tutti dall’inizio o subentreranno, lo sanno; tengo sempre presente questo, la sensibilità ce l’ho”) ma apre le porte a Luis Henrique e Diouf: “Vedremo anche loro, le partite che abbiamo giocato sin qui non ci hanno permesso di fare certi cambi. Mi prendo la responsabilità di ciò che accade, in quel momento non rientravano nelle cose che servivano alla squadra. Ma prima o poi toccherà anche a loro. Diouf è più mezzala, Luis Henrique lo abbiamo provato in quel famoso 3-4-2-1, ha superato quel momento di difficoltà e sta facendo vedere belle cose. Avrà modo di far vedere le sue qualità”.
Infine un pensiero al Calhanoglu ritrovato: “Non è mai semplice tornare per chi la preparazione l’ha saltata. Calhanoglu per noi è fondamentale col ritmo che dà in campo”.