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Calcio

Cellino spara a zero: “Brescia è malvagia e Massimiliano Allegri resta un provinciale”

L’ex Patron delle Rondinelle torna a far discutere. Il legame mai sbocciato con la città di Brescia e l’affondo su Massimiliano Allegri, avuto ai tempi di Cagliari. 

Massimo Cellino, ex presidente di Brescia e Cagliari

 

Massimo Cellino torna a far discutere. L’ex presidente di Cagliari e Brescia, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, ha attaccato a fondo la sua esperienza in Lombardia e non ha risparmiato neppure Massimiliano Allegri, uno degli allenatori che aveva lanciato ai tempi della sua avventura rossoblù.

“Brescia è un posto malvagio”

Parole durissime quelle di Cellino sul club e sulla città che lo hanno visto protagonista negli ultimi anni. L’imprenditore sardo ha raccontato come il suo arrivo sia stato segnato da problemi economici nascosti: “Appena entrato mi hanno chiesto 12 milioni di debiti Iva”. Un peso enorme che ha complicato la sua gestione. Ma non solo soldi. L’ex patron che ha fatto fallire il Brescia Calcio (passato sotto la gestione di Pasini come Union) ha messo in campo anche il lato spirituale: “Brescia è un posto malvagio, lì bestemmiano troppo. Io avevo fatto un voto alla Madonna e volevo costruire una cappella nel centro sportivo, ma il maligno si è accanito”.

La retrocessione in Serie C

Cellino lega a questo anche la retrocessione in Serie C, la penalizzazione per crediti fiscali mai avuti e la sensazione di non essere stato protetto dalle istituzioni: “Non è colpa mia se in oltre un secolo hanno fatto pochissime Serie A. C’è il maligno dentro quella società. Prendere il Brescia è stato il mio errore più grande. Io l’ho preso nel 2017 perché sono stato allettato all’inizio. Ero convinto ci fosse una società molto più organizzata: arrivato dall’Inghilterra, pensavo che in Italia avrei speso un giorno al mese rispetto al Leeds. Invece mi sono reso conto che c’erano molti più debiti di quelli che mi avevano dichiarato. Se una società in 115 anni ne fatti dieci di Serie A (il Brescia ne ha fatti 33), non è colpa di mia. C’è il maligno là dentro e il compleanno del Brescia è il 17 luglio: se l’avessi saputo, non l’avrei mai comprato”.

Il 17 luglio, la nascita dell’Union Brescia

Il numero diciassette, inoltre, ritorna spesso nella vita dell’ex presidente del Cagliari. Il 17 luglio, infatti, a Brescia è nata la nuova società presieduta da Giuseppe Pasini e in campo in Serie C. “Sono stato vittima di una serie di circostanze negative con una Sampdoria che non deve retrocedere perché ha 200 milioni di debiti e garanzie con delle banche e con la Federazione che l’ha iscritta impropriamente l’anno precedente. La mia è disgrazia, è stata la coda del diavolo”.

L’affondo su Allegri

Non è mancato un passaggio su Massimiliano Allegri, allenatore che Cellino portò a Cagliari e che poi ha fatto fortuna alla Juventus. Un giudizio doppio, tra riconoscimenti e critiche: “Allegri è ancora uno dei migliori al mondo, ma resta un provinciale. Non ha mai voluto imparare l’inglese e non si è mai voluto confrontare davvero. Ha scelto sempre la strada più comoda, anche se ha una marcia in più rispetto agli altri”.

Il ritratto di un presidente controcorrente

Come spesso accade, Cellino divide: c’è chi lo considera un visionario capace di scelte coraggiose, e chi invece vede in lui un uomo troppo sopra le righe. Di certo, ancora una volta, le sue parole non sono passate inosservate.

Luca Di Loreto

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