Milan – Como in Australia? Ceferin prende una posizione netta

La sentenza della UEFA sul caso arriverà soltanto l’11 settembre ma il numero uno Cefferin nel frattempo ha preso posizione

Tifosi rossoneri a via del Mare
Tifosi rossoneri a via del Mare

 

Milan-Como a Perth, in Australia. Una partita di Serie A a 15 mila chilometri da San Siro: sembra fantacalcio, invece è la realtà. Il 15 febbraio 2026, complice la chiusura di San Siro per la cerimonia inaugurale dei Giochi Olimpici di Milano-Cortina, la Lega Serie A ha deciso di spostare il derby lombardo all’Optus Stadium, davanti a 60 mila spettatori australiani.

Una scelta che ha fatto discutere

Una scelta che ha acceso un polverone senza precedenti. Il commissario europeo allo Sport, Glenn Micallef, ha parlato apertamente di “tradimento del calcio europeo”, mentre la Lega Serie A ha ribattuto: “È una sola gara su 380, non un esodo. È un investimento sul futuro e sull’internazionalizzazione del nostro campionato”.

La posizione di Aleksander Ceferin

A fare eco alle polemiche è intervenuto anche Aleksander Ceferin. Il numero uno in carica della Uefa, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha usato toni duri: “Non siamo contenti, ma i margini legali sono minimi se le federazioni danno l’ok. In futuro discuteremo, perché il calcio europeo dovrebbe restare in Europa”. Parole che lasciano intendere tutta la contrarietà del massimo organismo continentale.

Massimiliano Allegri tecnico del Milan
Massimiliano Allegri tecnico del Milan

Il caso non è chiuso: spunta la data del verdetto

Il caso non è chiuso: l’11 settembre il comitato esecutivo della Uefa esprimerà il suo verdetto. E sarà una data spartiacque in quanto se arriverà il via libera, il calcio italiano aprirà la strada a un nuovo modello globale, fatto di partite di campionato disputate in continenti diversi. Se arriverà un no, resterà un monito chiaro: il calcio europeo appartiene ai suoi tifosi, e non può trasformarsi in un prodotto da esportazione. A oggi quindi la partita tra Milan-Como rischia di non parlare milanese, né lombardo, ma australiano. Una partita di campionato normalissima, resa enorme da una scelta che divide tifosi, politica e istituzioni sportive.

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