Un velo di silenzio è sceso in questi mesi in casa Juve su Teun Koopmeiners. Si parla e tanto di Yildiz, di Conceicao, del mercato, ma a differenza dell’anno scorso, quando fu acquistato in pompa magna per 60 milioni, il centrocampista sembra entrato nell’anonimato. Dagli Usa, dove si trova per il Mondiale per club, il giocatore si dice pronto a rientrare dopo tre mesi di stop.
Il lento recupero
Koopmeiners non ha ancora i 90′ nelle gambe: «Ne ho parlato con Tudor, gli ho detto che ho ancora bisogno di tempo per crescere nella condizione ma anche perché è importante che il tendine d’Achille non mi dia più fastidio. Non so quanto ne serva ancora, ma è così. Adesso sono più tranquillo, ma non è stata una stagione molto bella, eh, sia perché non abbiamo vinto nulla sia per come ho giocato. Non sono contento, ma ho anche avuto, com’è che si dice? Esatto, sfortuna. Ma la fiducia non l’ho persa e c’è ancora una possibilità per finire alla grande».
Gli alibi di Koopmeiners
Il centrocampista aggiunge – «Dovevo fare meglio a prescindere, questo sì, ma non è stata una stagione facile per nessuno anche perché abbiamo cambiato tanto a tutti i livelli: abbiamo cominciato con molti giocatori nuovi, poi sono cambiati allenatore e la dirigenza e questo non ha aiutato la nostra crescita. Mi è mancata la continuità ma è dipeso da tanti piccoli fattori, per averla c’è bisogno di una squadra forte in cui tutti si aiutino uno con l’altro. Lo so, lo so, quando ti pagano tanti soldi, per esempio 50 o 60 milioni, e la squadra non va, sei il primo a venire criticato. Io sento questa responsabilità, lo so che devo fare meglio e posso farlo: ho le capacità per giocare nella Juventus e voglio dimostrarlo».
Il ruolo con Tudor
Infine un avviso al tecnico: «Con questo sistema ho giocato anche nell’Atalanta. Adesso sto un po’ più avanti, mentre a Bergamo stavo un po’ più basso a centrocampo. Gioco dove l’allenatore ha bisogno, ma di sicuro in generale sono un centrocampista e non un attaccante e quindi anche quando sto più avanti, e forse Tudor vuole che stia lì, interpreto il ruolo come un centrocampista e non come un attaccante destro o sinistro o come un numero nove».