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Australian Open, Panatta: “Sinner che noia, non fa mai una ca…ta. Meglio il curling”

Sinner? Noioso. No, non è stato Nick Kyrgios o qualche altro detrattore di Jannik a “lamentarsi”, ma uno dei suoi più grandi estimatori: Adriano Panatta. L’ex campione azzurro di Davis, nel corso del podcast “La telefonata” con l’amico Paolo Bertolucci, ha espresso considerazioni – al solito – non banali sul rosso di San Candido e sullo strapotere espresso in campo negli ultimi mesi. Talmente forte da far risultare, appunto, noiose e prive di pathos le sue sfide nei vari tornei, compresi gli Australian Open in corso a Melbourne. 

Australian Open, Panatta e la noia a guardare le partite di Sinner

Particolarmente crude le dichiarazioni di ‘Adrianone’, uno che non ha mai usato troppi filtri per esporre i suoi pensieri, sempre col sorriso e la simpatia. “Con Giron è stata una partita inutile”. E ancora: “A un certo punto ho cambiato canale. Mi sono messo a guardare il curling, era una noia mortale”. Tutta colpa del differente livello tra Sinner e il suo avversario, che pure si è battuto con grande generosità e a tratti ha creato pure qualche difficoltà al numero 1 della classifica ATP. “Giron ha perso quando è nato, come si poteva pensare che potesse battere Sinner? Queste sono partite totalmente inutili”. Giron a cui, tra l’altro, Panatta aveva dato del “bagnino” nel corso del match per via dell’abbigliamento con cui si è presentato in campo alla Rod Laver Arena: una canotta smanicata.

Per Panatta Jannik ha l’intelligenza artificiale incorporata: “Mai una ca…”

L’estroso Panatta ha utilizzato una perifrasi particolare per fare i complimenti a Sinner per il suo stile di gioco e per la pulizia dei colpi, la lucidità, la saggezza tattica: “Guardandolo giocare ho sempre più l’idea che abbia incorporata, nel corpo oppure nella mente, l’intelligenza artificiale. Quindi nel momento in cui arriva la palla dell’avversario, l’intelligenza artificiale lo mette nelle condizioni di giocare al 99% il colpo giusto. E ancora, giusto per non smentirsi: “Se ci fai caso, lui non fa mai una ca…, al massimo ne fa una sola a torneo. Questo è riuscito a svilupparlo grazie all’allenamento, avrà fatto 300-400 milioni di cesti, perché la ripetitività che ha lui nel gioco è come se fosse automatizzata”. Insomma, talmente bravo da annoiare. Chissà se Panatta preferirà il curling a Sinner anche nelle prossime partite, quando gli Australian Open entreranno nel vivo e Sinner sarà impegnato contro avversari sulla carta più attrezzati.

Rino Dazzo

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