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Inter-Psg, Bonolis sarà a Monaco: non finirà come a Istanbul

Al cuor non si comanda. L’Inter non si può lasciare sola mentre si gioca una gara così importante. Ci sarà anche Paolo Bonolis stasera all’Allianz di Monaco per tifare per i nerazzurri nella finale di Champions contro il Psg. Lo showman, noto tifoso nerazzurro, è partito assieme ai due figli maschi e si confessa a Il Giornale.

Perché Bonolis è interista

E’ nato a Roma ma è interista da sempre Bonolis: «Mio padre, che era originario di Pero, è stato interista da sempre. Fin da piccolo ho visto con lui quelle poche cose che si riuscivano a vedere del calcio in televisione. E oggi che papà non c’è più, vedere l’Inter, è come stare un po’ con lui- L’Inter è un’occasione di disimpegno nei confronti del resto della giornata. Un piccolo pensiero latente con il quale mi soddisfo, mi nutro, del quale soffro e gioisco».

La prima volta allo stadio

Da piccolo avrebbe voluto fare il calciatore («Ho tentato da ragazzo ma evidentemente non avevo le caratteristiche adatte, ero esterno destro difensivo, correvo tantissimo. A detta di alcuni inutilmente… Però ogni partita giocata sembrava l’epilogo di un’intera esistenza»), la prima volta allo stadio fu al San Paolo: «Ero molto piccolo. L’Inter giocava a Napoli, al San Paolo, contro la Roma che aveva il campo squalificato. Ricordo che finí 3-3. In curva, con papà e con mio zio. Fu la mia prima trasferta. La prima volta che ho intravisto l’Inter da vicino».

Le differenze con Istanbul

Bonolis era allo stadio anche nella finale col City: «Ricordo che due anni fa partii per Istanbul sempre con mio figlio, privo di qualunque tipo di speranza. Pensai, andiamo lì, ne prendiamo cinque, però faccio vedere a mio figlio una città bellissima. Poi invece abbiamo quasi rischiato di portarci a casa la partita e quella che sarebbe dovuta essere una normale sconfitta è stata una cocente delusione, ora andiamo con un margine di speranza in più».

Ultima battuta sullo scudetto: «Beh, quest’anno siamo stati come due anni fa, in offerta speciale. Noi siamo una società generosa. Lo abbiamo regalato al Milan due anni fa, quest’anno lo abbiamo regalato al Napoli. Siamo altruisti. Chi decide stasera? Va bene chiunque. Anche il massaggiatore che incespicando colpisce la palla e va in rete, o l’arbitro che segna con il fischietto. Tornando seri, per il gioco di Simone, chiunque può essere letale. Lo abbiamo visto nella semifinale col Barcellona che è andato in rete Francesco Acerbi. Abbiamo visto segnare Pavard. Ecco,manca Sommer che segna di testa in contropiede. Sarebbe fantastico».

 

 

Fabrizio Piccolo

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