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Milan, Serafini ricorda errori di Allegri e indica la strada

Era la miglior scelta possibile per il Milan Massimiliano Allegri? In questi mesi sono usciti nomi e nomi, da De Zerbi a Italiano, da Gasperini a Conte, ognuno diverso dall’altro per gioco e caratteristiche ma alla fine ha vinto la linea di Tare, che aveva sempre pensato all’ex Juve anche quando la sua posizione come ds rossonero non era ancora definita.

Allegri cavallo di ritorno

Raramente un tecnico che ha già vinto in una piazza riesce nel bis quando torna: fa eccezione il Lippi della Juventus ma proprio in casa Milan ci sono due esempi che fanno riflettere. Sacchi fallì amaramente quando tornò ad allenare i rossoneri dopo il periodo d’oro e la stessa cosa accadde a Capello. C’è il rischio che la storia possa ripetersi con Allegri?

Serafini ricorda il primo Allegri

Nel suo editoriale per Milannews Luca Serafini, giornalista-tifoso del Diavolo, ricorda la prima esperienza del conte Max a Milano e dice: “Vero è che Allegri accettò il depauperamento della rosa, a cavallo del 2012 e del 2013, senza profferire parola nonostante lo scudetto vinto al primo colpo nel 2011. Vero è che Allegri pensava di cambiare ruolo a Pirlo e anzi alla fine lo lasciò andare a quella Juve che un anno dopo gli avrebbe fatto perdere uno scudetto con una squadra più debole. 
Le cose oggi sono cambiate: Allegri non è una minestra riscaldata, è un tecnico che dopo l’esperienza rossonera ha vinto scudetti e coppe Italia, con 2 finali di Champions. Perse, d’accordo, ma dalle nostre parti non se ne gioca una da Atene 2007… Ha acquisito esperienza, si è evoluto. Resta fumino e un tantino permaloso, specie con la stampa, però con un’idea chiara dell’obiettivo: vincere”.

Il ruolo di Tare

Poi aggiunge: “Dietro l’operazione fulminea di Allegri c’è Igli Tare che è partito lancia in resta. Ha capito cosa servisse, ha ignorato le insofferenze persino degli stessi juventini nell’ultima parte del ciclo di Allegri in bianconero. Non c’erano alternative a Conte e Allegri, solo uno di questi due oggi è il possibile profilo che serve al Milan. 
Ora si va in direzione del mercato. 

La prima montagna da scalare sono le conferme, i rinnovi, i rientri dei prestiti. Va gestita una lista d’attesa lunga come il 31 luglio alla Malpensa. Il fatto di aver recuperato un direttore sportivo e un allenatore italiano di lungo corso, entro il termine di fine maggio, mi accende un’altra speranza e cioè quella di poter affrontare le questioni con tempismo e risolutezza. Condividendole tra DS e tecnico, demandandole a loro e solo a loro”.
 

Fabrizio Piccolo

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