Quella di Santi Cazorla e del Real Oviedo ha tutti gli ingredienti della favola perfetta: una squadra storica del calcio spagnolo che risorge dopo un quarto di secolo, e un campione senza tempo che torna a casa, a 40 anni, per scrivere le ultime pagine della sua carriera proprio dove tutto era cominciato.
Dopo 24 lunghissime stagioni d’assenza, il Real Oviedo torna finalmente in Liga. L’ultima volta che il club asturiano calcava i campi della massima serie era la stagione 2000-01, conclusa con la retrocessione e seguita da un lento e doloroso declino. Anni bui, culminati con una bancarotta societaria e il crollo fino alla terza divisione, dove il club sembrava destinato a scomparire nel silenzio.
Eppure, il Real Oviedo è sempre stato qualcosa di più di una semplice squadra. Negli anni ’90 aveva vissuto il suo periodo d’oro, anche grazie a un gruppo di giocatori stranieri di culto che oggi i tifosi ricordano con affetto e nostalgia: il coriaceo difensore russo Viktor Onopko, il serbo Albert Nađ in mediana, il genio intermittente di Robert Prosinečki sulla trequarti, l’elegante attaccante slovacco Peter Dubovský e il bomber panamenese Dely Valdés, ex centravanti del Cagliari. Oggi, dopo un cammino tortuoso e un playoff emozionante, il Real Oviedo ha finalmente completato la risalita, affiancando Levante ed Elche tra le neopromosse nella Liga 2025-26.
Dietro questa impresa c’è soprattutto lui: Santi Cazorla, classe 1984, cuore e anima del Real Oviedo. Tornato nel club che lo ha cresciuto calcisticamente per chiudere il cerchio, il fantasista asturiano — che compirà 41 anni a dicembre — ha guidato la squadra con la stessa classe che lo aveva fatto apprezzare con le maglie di Villareal e Arsenal.
Due volte campione d’Europa con la Spagna (2008 e 2012), Cazorla fu costretto a saltare il Mondiale vinto nel 2010 a causa di un’ernia. Ma quella fu solo una delle tante battute d’arresto in una carriera segnata dagli infortuni: la sua seconda parte, in particolare, è stata un continuo calvario fisico, culminato con un intervento chirurgico che rischiava persino di compromettere l’uso della gamba. Eppure, con resilienza e talento, Cazorla ha sempre saputo rialzarsi.
Dopo le ultime stagioni trascorse in Qatar, il suo ritorno a Oviedo è stato un gesto di amore puro: un’ultima danza al servizio della sua gente. E con la promozione in Liga, quella danza si è trasformata in leggenda.
Alberto Farinone
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