Roma, Ranieri rivela chi si è battuto alla morte per De Rossi
Il tecnico giallorosso elogia l'Atalanta, avversario di lunedì, e difende Lorenzo Pellegrini paragonandolo a Lampard

Affronterà una delle squadre più belle e vincenti di questo avvio di stagione Claudio Ranieri nel giorno del suo debutto all'Olimpico come neo-allenatore della Roma. Lunedì in uno stadio da tutto esaurito i giallorossi sono chiamati a confermare la prova positiva in Europa League a Londra col Tottenham.
Per Ranieri l'Atalanta come Sinner
Chiedono a Ranieri se il prossimo allenatore della Roma dovrà prendere esempio da Gasp e dall'Atalanta: "Finché mi dice modello Atalanta mi è piaciuto. Noi siamo sempre... ci rapportiamo sempre a quello che è la nostra visione, no? Adesso tutti i tennisti devono sembrare Sinner, adesso tutti dobbiamo sembrare l'Atalanta. L'Atalanta è un modello di vertice che va preso anche come modello. Perché no? Ognuno con le sue caratteristiche, ognuno con le sue difficoltà, ognuno con le sue qualità. Però una squadra che piano piano è diventata un emblema dell'Italia... Perché io quando vedo le coppe, io sono italiano, io mi auguro che le altre vadano avanti, tutte quante, non solo l'Atalanta".
Ranieri difende Pellegrini
Chi ancora deve uscire dal tunnel è Lorenzo Pellegrini ma Ranieri non ci sta: "Io ho avuto due fenomeni nella mia carriera di centrocampisti a far gol, uno Lampard e l'altro Pellegrini. Lo critichiamo tanto, ma quanti centrocampisti fanno i gol che fa Pellegrini? Per cui in questo momento io aiuto la Roma, perché il mio lavoro è aiutare la Roma. Quanto dura questa situazione? Dipende quando riattacchiamo la spina. Col calcio non si può dire quanto dura questa cosa. E posso dire che già comincio a far gol, a trovare la porta quando invece sono arrivato non la trovava, non lo so quanto dura. Anche l'attaccante lo vedi quando sta in forma, come tira prende sempre la porta, quando non sta in forma tira, la palla non la prende bene, tira fuori e adesso lui come tira prende la porta e fa gol, per cui sta cominciando quel processo di ricrescita che ha bisogno un ragazzo".
Il tecnico conclude: "E' un ragazzo molto sensibile, molto introverso e soffre più di tutti per la situazione che riguarda De Rossi. Ho letto che le colpe di De Rossi sono le sue e gli non è vero assolutamente niente, niente di niente e questo i tifosi lo devono sapere. Né Mancini, né Cristante, né Pellegrini hanno mandato via Daniele, anzi hanno fatto i pazzi per farlo restare. Bisogna che la gente sappia la verità".