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Sarri e il rumore dei nemici, come Mou si affida al suo "cerchio magico"

24/01/2018 13:02

Sarri e il rumore dei nemici, come Mou si affida al suo "cerchio magico" |  Sport e Vai

Sotto certi aspetti è l'antitesi di Josè Mourinho: british style per lo Special One che veste firmato e sta attento a non sporcarsi il ciuffo, da stereotipo consumato la tuta e la sigaretta dell'allenatore del Napoli ma una cosa in comune ce l'hanno. A entrambi piace “il rumore dei nemici”. Il portoghese ha il copyright della frase, pronunciata nel lontano agosto 2009: "Ho espresso un' opinione da uomo libero in un Paese libero (Zero tituli, n.d.r.), e subito ho sentito il rumore dei nemici. Questo mi piace: ho parlato e ora sono tutti qui..." ed anche Sarri si carica con i mormorii e le critiche che sta attirando, oggi più che mai. Da tempo è diventato il bersaglio più facile, anche perchè il suo Napoli continua a viaggiare primo ed è difficilmente attaccabile in campo come fuori. Più semplice dare addosso all'uomo e al tecnico Sarri, per il turnover che non fa, per il mercato di cui non parla (e che a volte diventa boomerang perchè la nomea di allenatore che non utilizza i nuovi acquisti gli si rivolta contro come nel caso-Verdi), per le sue lamentele e le critiche al sistema. Il titolo di Tuttosport di oggi “No Sarri no cry” è solo l'ultimo di una serie di attacchi partiti da ogni dove, da Feltri in giù. Anche a tanti colleghi la saccenza di Sarri dà fastidio, come danno fastidio alcune sue espressioni da uomo fuori dal sistema. Non si può neanche dire che vada d'amore e d'accordo con De Laurentiis perchè quando non ci sono le dichiarazioni di stima e d'amore di facciata, appare spesso la polvere che c'è sotto il tappeto del rapporto tra i due. Sarri però ha dalla sua il gruppo forte della sua squadra; quei 13-14 che hanno abbracciato la sua causa e che lotterano fino alla fine per il sogno. Una battaglia che non è come quella di Don Chisciotte, perchè non si gioca contro mulini a vento ma contro rivali in campo e fuori. Ecco perchè Sarri difendeva sempre Hamsik prima, quando il capitano era un fantasma in campo a volte, e non se la prende con Insigne che gli risponde sempre a brutto muso ogni volta che viene sostituito. Ecco anche perchè – a differenza dei suoi primi anni napoletani – non mette mai più in evidenza gli errori dei singoli (ricordate Koulibaly che “fa sempre qualche caz...”) se non quando si tratta dei vari Ounas o Rog, quelli che non fanno parte del cerchio magico suo. Uno per (quasi) tutti e (quasi) tutti per uno. Contro il rumore dei nemici per diventare lo Special One napoletano. Possibilmente a maggio.


Tags: napoli mourinho sarri

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