Da ieri c’è anche la coppa dello scudetto 2006, quello beffardamente definito “di cartone” dalle altre tifoserie, nella bacheca dell’Inter. Un titolo vinto a tavolino per il caos Calciopoli che stravolse il mondo del pallone italiano. Quella coppa era stata consegnata nelle mani del capitano Del Piero al termine di Reggina-Juventus 0-2, il 14 maggio 2006, dopo l’ultima partita di campionato, a dispetto dello scandalo che già divampava e che avrebbe condotto di lì a poco la Juventus ad essere retrocessa in Serie B. In molti hanno commentato con ironia la decisione dell’Inter di esporre il trofeo, ma non Paolo Ziliani.
Sui suoi canali social il giornalista de Il Fatto Quotidiano scrive: “La mezza Italia che tifa Juventus ride e compatisce l’Inter per lo sfoggio di quello che considera uno scudetto immeritato, uno “scudetto di cartone”; in realtà, nelle mani di chiunque fosse toccato quello titolo, si fosse trattato anche del Chievo 4° in classifica, del Palermo 5°, del Livorno 6° o del Parma 7°, mai trofeo avrebbe avuto più valore di quella coppa-scudetto tolta ai truffatori della Cupola di Moggi e riassegnata. E se vogliamo dirla tutta, se c’è una cosa che fa davvero ridere oggi a quasi 20 anni di distanza dall’esplosione dello scandalo e dal processo che mandò in B la Juventus, è il fatto che nella bacheca di Madama siano ancora esposte le coppe-scudetto 1994-95, 1996-97, 1997-98 e 2001-02 che al pari di quelle 2004-05 e 2005-06 rese nulle dalle sentenze dei giudici di Calciopoli avrebbero dovuto essere spazzate via dall’oggi al domani: un po’ come in Francia, una volta accertata la colpevolezza al doping di Lance Armstrong, vennero cancellati tutti e 7 i Tour vinti consecutivamente dall’americano dal 1999 al 2005 provocando 7 buchi nell’Albo d’Oro a futura memoria.
Ziliani continua: “Il processo di Calciopoli prese infatti in considerazione soltanto i due campionati “attenzionati” dall’indagine dei magistrati, i campionati 2004-05 e 2005-06; e tuttavia fu la Cassazione a mettere nero su bianco, nelle motivazioni rese note il 9 settembre 2015, l’esistenza di “un sistema ben collaudato e già funzionante sotto traccia da anni”, “avente come protagonisti soggetti che dietro il paravento della convivialità aveva quale nucleo centrale la commissione di condotte finalizzate a falsare la reale portata e potenzialità di alcune squadre di calcio” con un’attività “particolarmente intensa e tale da sconvolgere l’assetto del sistema calcio fino a screditarlo in modo inimmaginabile e minarlo nella sue fondamenta”.
Ziliani conclude: “Luciano Moggi, riconosciuto capo dell’associazione a delinquere meglio nota, ai tempi, come Cupola, venne assunto alla Juventus da Umberto Agnelli come direttore generale, in coppia con Antonio Giraudo amministratore delegato, nell’estate del 1994. Rimase in carica fino all’estate del 2006, cioè fino al giorno in cui venne radiato dal calcio, e in quelle 12 stagioni la Juventus vinse 6 scudetti. Ebbene, invece di ridere della coppa scudetto 2005-06 che l’Inter mostra da ieri con pieno diritto nella sua bacheca, bisognerebbe ridere delle coppe-scudetto dell’era moggiana che ancora fanno bella vista di sè nella bacheca juventina e che costituiscono un insulto all’intelligenza degli sportivi italiani. E insomma, non è lo scudetto assegnato a tavolino all’Inter che deve sollevare vergogna: lo sono semmai gli scudetti lasciati nella bacheca della Juventus. La Juventus dei truffatori, come decretarono i giudici”
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