Hamilton predica pazienza con la Ferrari. E su Lauda: “Ha capito la mia diversità”

In una intervista Lewis Hamilton ha messo in chiaro un dato di fatto: con la Ferrari ci vorrà del tempo per vincere.

Hamilton Ferrari
Hamilton predica pazienza con la Ferrari-sportevai.it

Hamilton e la Ferrari: “Roma non è stata costruita in un giorno”

Sin qui, nulla di sconvolgente. Ma è la riprova del fatto che, pur avendo riconquistato il secondo posto nella classifica Costruttori di F1 (ma con un solo punto di vantaggio su Mercedes), siamo ancora lontani da una monoposto davvero competitiva su ogni pista. Il britannico non ha portato la svolta sperata a Maranello in questa stagione, ma nella prossima chissà.

L’apporto del pluricampione del mondo dovrebbe essere infatti decisamente più incisivo sullo sviluppo della monoposto 2026, sulla quale il team si sta concentrando già da diverso tempo. “So che tutti si aspettavano che vincessimo da subito – ha dichiarato Hamilton in una intervista concessa a Ferrari Magazine – ma, come dico sempre alla squadra, Roma non è stata costruita in un giorno. E chi conosce la F1 sa che ci vuole tempo”.

“I miei suggerimenti iniziano ad essere recepiti”

Un concetto già espresso durante il fine settimana in Messico, GP dove si è posizionato all’ottavo posto mentre il compagno Charles Leclerc ha ottenuto il podio sulla piazza d’onore. Per Hamilton la direzione che sta prendendo la squadra “è quella giusta“. Spiegando che, dopo un approccio di pura osservazione per capire il lavoro Ferrari, lui che era abituato ai metodi McLaren e Mercedes, ha iniziato poi ad avanzare le proprie osservazioni. “Mi auguro che sulla vettura del prossimo anno si possa vedere il mio contributo”, ma intanto il britannico ha notato come diverse cose siano cambiate “sotto i miei suggerimenti”: non sono cambiamenti visibili nell’immediato, ma che porteranno i frutti nel tempo, ha fatto capire il pilota.

Il 2026, anno in cui entreranno a regime i nuovi regolamenti tecnici, sarà cruciale per capire la bontà del lavoro svolto a Maranello. Anche per il mantenimento delle figure apicali come quella di Frédéric Vasseur, confermato per assicurare continuità in uno snodo così cruciale. Ma anche gli stessi piloti, Charles Leclerc incluso (che vorrebbe avere una monoposto competitiva per il titolo, non solo per i podi).

Nelle trasferte americane di Austin e Messico la SF-25 è riuscita a salire sul podio di piste che hanno caratteristiche diverse. La versatilità di una monoposto è uno degli aspetti fondamentali per conquistare un Mondiale, come la MCL39 di McLaren ha dimostrato.

Posto che il titolo di quest’anno è andato, gli aspetti positivi della monoposto nelle ultime gare rappresentano un dato importante per quella del prossimo anno. Ovvero il progetto 678. Vettura che vedrà tra le altre cose l’eliminazione dell’MGU-H secondo i nuovi regolamenti, con un propulsore più semplificato ma che spingerà ad un maggior recupero dell’energia in frenata.

Sarà una Ferrari completamente nuova, e forse in linea con i desiderata dei piloti, in primis Hamilton. Per cui il 2026 potrebbe essere l’ultimo crocevia della sua carriera. Anche perché se nella prossima stagione il britannico faticherà a trovare una certa costanza di risultati (neppure un podio quest’anno nelle gare lunghe) Maranello potrebbe non rinnovargli il contratto. E si vocifera della promozione di Oliver Bearman per il 2027.

Hamilton ricorda l’amicizia con Lauda

Tornando al presente, e anzi facendo un passo indietro nel passato, nell’intervista concessa a Ferrari Magazine l’ex Mercedes ha ricordato un suo mentore fondamentale, Niki Lauda. “Quando sono arrivato in F1 lo percepivo come parte di un mondo che non accettava la mia diversità“, ha spiegato Hamilton. “Non ho però mai smesso di ammirarlo, l’ho sempre ritenuto una icona del nostro sport”.

L’ex pilota e campione del mondo poi lo chiamò per andare in Mercedes: “Ci siamo quindi incontrati e tutte le barriere sono cadute. Mi disse che ero come lui, un ‘pilota sino al midollo’. Poi da lì abbiamo sempre viaggiato insieme, e ci siamo trasmessi valori importanti a vicenda. Niki mi raccontava delle storie incredibili, ridevamo moltissimo insieme e ha lottato sino al suo ultimo respiro”, ha così ricordato Lauda Hamilton.

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