In Champions League prova di forza dei campioni d’Europa che vincono 7-2 in Germania con il ritorno al gol anche del Pallone d’oro Dembelè

Il PSG dovrebbe giocare tutte le partite di Champions League in Germania. Non che altrove siano scarsi o mediocri, anzi, visto che sono riusciti a vincere a Londra contro l’Arsenal (0-1), il Liverpool (0-1) o di recente contro il Barcellona (1-2), ma quando si tratta di goleade la terra tedesca è quella più fertile. Dopo i cinque gol nella finale di Champions League del 31 maggio a Monaco contro l’Inter , un’altra orgia di gol in Champions contro il Leverkusen, travolto per 7-2.
L’arbitro Gil Manzano sotto i riflettori
Grande protagonista anche l’arbitro spagnolo Jesús Gil Manzano (che sabato a Montjuïc aveva espulso l’allenatore del Barcellona Hansi Flick nel derby catalano contro il Girona): tre giorni dopo, la UEFA gli ha assegnato la partita di Champions League tra Bayer Leverkusen e PSG , e l’arbitro di Extremadura è tornato sotto i riflettori. In soli 15 minuti, dal 23′ al 37′, Gil Manzano ha estratto due cartellini rossi consecutivi e due rigori. La prima decisione significativa è arrivata al 23′ minuto, quando è stato assegnato un rigore a Illya Zabarnyi per un tocco di mano in area ma Alejandro Grimaldo ha colpito il palo.
Al 33′ Gil Manzano ha espulso il capitano del Leverkusen, Robert Andrich, con un cartellino rosso diretto per aver allungato il gomito e aver colpito al volto Désiré Doué. L’arbitro spagnolo aveva inizialmente mostrato un cartellino giallo al giocatore tedesco, ma lo ha cambiato dopo aver consultato il VAR e lo ha espulso. Al 37′, Gil Manzano ha estratto il secondo cartellino rosso e concesso il secondo rigore nella stessa azione. Zabarnyi, che era stato ammonito, ha afferrato il braccio di Christian Kofane mentre si dirigeva verso la porta e ha ricevuto un cartellino rosso diretto, mentre al PSG è stato assegnato un rigore trasformato da Aleix Garcia. A prescindere da ciò, però, non c’è stata partita.
Nel menu di Luis Enrique: possesso palla, potenza travolgente dei terzini, onnipresenza di Vitinha e cinismo degli attaccanti: niente di nuovo. Ma con il PSG, l’arte sta altrove, non nella vittoria. Sta nella capacità di ripetere questi arabeschi di audacia, queste illuminazioni permanenti, questo sfarzo di gala. È come rivedere un capolavoro cinematografico.
Il festival del gol del Psg
Dopo il primo gol di Willian Pacho in 66 partite con il PSG, i campioni d’Europa si sono lasciati andare, l’espulsione di Robert Andrich per una gomitata al volto di Désiré Doué (33′) ha preceduto quella di Illya Zabarnyi (37°), che ha regalato al Leverkusen un altro rigore e il pareggio per Aleix Garcia (1-1, 38′). In sette minuti, però, i parigini hanno chiuso i conti prima dell’intervallo: Doué ha riportato in vantaggio i suoi con un uno-due con Khvitcha Kvaratskhelia (2-1, 41′), il georgiano lo ha imitato con un tiro netto che ha colpito entrambi i pali (3-1, 44′) e Doué ha realizzato la doppietta con un destro a giro (4-1, 45’+3).
Dalla prima occasione del secondo tempo, anche Nuno Mendes si è autoinvitato alla festa (5-1, 50′). La splendida rete di Garcia, che ha pulito l’incrocio dei pali di Lucas Chevalier, non cambia nulla (5-2, 54′). Perché, dietro, il Pallone d’oro Ousmane Dembélé, appena entrato , ha aumentato il punteggio (6-2, 66′) e Vitinha si è fatto carico di chiudere lo spettacolo all’ultimo minuto (7-2, 90′).