Motegi era un fuoco di paglia: Francesco Bagnaia continua a soffrire con la sua Ducati, senza tra l’altro capire cosa non vada.

Ancora un fine settimana disastroso per Bagnaia
Pecco sta vivendo un altro fine settimana ricolmo di delusioni in Australia. Nelle sessione del GP di Phillip Island il già campione del mondo ha subito l’onta del piazzamento al penultimo posto nella Sprint Race, con più di mezzo minuto di ritardo dal trionfatore Marco Bezzecchi (che sta vivendo invece un momento d’oro con la sua Aprilia). Non va meglio in qualifica, dove il piemontese si è classificato 11esimo, che però diventerà in gara una 14esima posizione in griglia a causa della penalità per impeding nei confronti di Bezzecchi durante la Q2.
Insomma un disastro che fa il paio con quello ancora più dirompente in Indonesia, dove Bagnaia non riuscì neppure a chiudere degnamente la sua gara. Dove sta il vulnus del pilota che certo non è né un rookie né uno stalentato qualsiasi? Il discorso cade sempre lì, sulla moto. Dopo le infinite discussioni sulla tipologia di Desmosedici che Pecco ha guidato al trionfo in Giappone tre settimane fa, forse frutto delle modifiche negli antecedenti test di Misano (come confermato da chi gli aveva prestato la GP24, ovvero il team VR46, mentre dalla scuderia ufficiale e dallo stesso pilota solo silenzio in merito), tiene banco il mistero attorno al mezzo del piemontese.
Bagnaia e il mistero della sua Ducati: “Non riusciamo a capire cosa non vada”
Che dopo la Sprint ha dichiarato a Sky Sport di aver avvertito di movimenti alla sua GP25, “però non riusciamo a capire perché”. Insomma, che ci sia un problema a livello di moto è adamantino. Quale sia di preciso questo inghippo, non si sa. Cosa che contribuisce ad aumentare la frustrazione di Pecco. Amplificata poi dal fatto che la moto del compagno di squadra Marc Marquez (come sappiamo assente dopo l’incidente di Mandalika, e attualmente convalescente per l’infortunio) va invece una meraviglia.
Secondo Bagnaia il problema, comunque, non dipenderebbe “dal set-up o dall’elettronica”. E coinvolgerebbe entrambe le moto a sua disposizione. Tant’è che l’ex campione del mondo da pilota si è sentito come “un passeggero”, impegnato a gestire “gli scuotimenti” del suo mezzo, sino a “chiudere il gas uscendo dalle curve”. “Tutto questo è molto strano”, ha aggiunto.
La situazione inoltre è peggiorata rispetto alle altre volte perché “prima mi limitavo a seguire gli altri senza poter lottare, ma comunque la moto funzionava più o meno, anche se diversamente rispetto alla stagione scorsa”. Poi, “dall’Austria”, la GP25 ha iniziato a comportarsi “molto peggio”. A Pecco non rimane che l’amarezza: “Finire la stagione in questo modo è dura. Almeno c’è stata Motegi, che ha dimostrato che in situazioni normali possiamo lottare. Ma dobbiamo capire perché proprio lì le cose hanno funzionato”. Quindi Bagnaia ha concluso scusandosi con i tifosi, “non meritano questo tipo di prestazioni. Ma stiamo lavorando per tornare davanti”.
Il futuro di Bagnaia con Ducati resta una incognita
Pecco di recente ha giurato fedeltà alla Ducati nella sua ospitata al Festival dello Sport di Trento. E se invece fosse stato solo un modo per tranquillizzare tifosi e sponsor? Le voci sul suo futuro, che sia il 2026 o direttamente il 2027 dei nuovi regolamenti tecnici, sono al momento sopite ma non spazzate via. Bagnaia potrebbe continuare a correre con una Ducati, ma forse non nel team ufficiale . Alleggiava a tal proposito negli ultimi giorni la suggestione di un trasferimento al team VR46.
Ma questa prospettiva resta altamente improbabile, anche perché nel caso il piemontese ritroverebbe la GP25 che tanto lo ha fatto penare. È più probabile, al momento, un’altra stagione di resistenza al fianco di Marc Marquez, anche se i vertici stravedono per il talento di Fermin Aldeguer. Ma due piloti spagnoli nel team ufficiale Ducati suonerebbe un po’ troppo hardcore come cosa, come riporta InSella. Il 2027, allora, potrebbe rappresentare il vero crocevia per la carriera di Pecco.