Al Six Kings Slam va in scena l’ennesimo capitolo della rivalità tra Sinner e Alcaraz. Un dominio incontrastato che inizia a preoccupare il tennis

Jannik Sinner e Carlos Alcaraz tornano a sfidarsi per l’ennesimo titolo stagionale, stavolta in palio c’è il Six Kings Slam di Riad. Esibizione, sì, ma che non può essere ridotto solo a questo, visto che il duello è ormai su un livello completamente diverso dal “resto del mondo tennistico”. La rivalità tra l’azzurro e lo spagnolo ha, di fatto, spezzato in due il circuito e tracciato un solco profondissimo i padroni del ranking e i rivali, che al momento risulta anche difficile etichettare come inseguitori, visto che allo stato attuale delle cose a loro restano solo le briciole.
Un duopolio che vale più di una finale
Sinner e Alcaraz tornano a contendersi un trofeo dopo gli US Open che hanno premiato Carlos. Sul piano sportivo, la posta in palio del Six Kings Slam è relativa, ma il significato va ben oltre i sei milioni di dollari destinati al vincitore. A Riad, Sinner e Alcaraz hanno confermato la distanza che li separa da chiunque altro. Entrambi sono approdati in finale con una facilità a tratti disarmante.
D’altronde, i numeri parlano chiaro. Sei finali in dieci mesi, con Alcaraz avanti nei precedenti stagionali. Ma il conto dei titoli conta meno della consapevolezza reciproca di essere i protagonisti di una nuova era del tennis. “Ci stiamo spingendo a vicenda verso il limite”, aveva detto in tempi non sospetti Sinner. E quel limite, al momento, sembra davvero troppo per tutti gli altri.
La resa di Zverev
Il primo a riconoscerlo è proprio Alexander Zverev, terzo incomodo, almeno sulla carta visto il terzo posto nel ranking. Dopo un 2025 tormentato dagli infortuni, il tedesco ha ammesso la superiorità dei due rivali: “Sono anni luce avanti. Io sono numero tre, ma loro sono di un altro livello”. Una resa che fotografa la situazione di un circuito dove tutti faticano a tenere il passo. Zverev cita Djokovic, Ruud, Draper e se stesso come potenziali inseguitori, ma la verità è che nessuno sembra ancora in grado di interrompere l’alternanza tra Sinner e Alcaraz.
Bertolucci avverte: “Così il tennis non cresce”
A lanciare l’allarme è anche Paolo Bertolucci, che a La Gazzetta dello Sport arriva a parlare di “segnale preoccupante. Dietro ai due dominatori non ci sono veri inseguitori. È più grave del declino dei veterani perché manca una generazione intermedia. Zverev e Medvedev appaiono stanchi, Rune e Draper non trovano continuità, Ruud resta un passo indietro. Il rischio è che la prevedibilità spenga l’interesse generale”, ha concluso l’ex “braccio d’oro” in vista della finale che alle 20 circa del 18 ottobre metterà ancora una volta di fronte Jannik e Carlos.