Il fantasista dell’Udinese non vuol perdere l’ennesima chance della vita, assicura di essere maturato ma ci tiene a smentire alcune voci

E se Udine fosse la volta buona? Dopo tanto vagabondare Nicolò Zaniolo spera di aver trovato una casa accogliente all’Udinese, per recuperare il tempo perso. Da predestinato a scomodo in pochi anni: in mezzo infortuni tremendi, liti, addii tumultuosi e tante altre cose che però, secondo lui, non sono vere. Intervistato dal Corriere dello sport il giocatore ammette di aver commesso qualche errore da giovane (“Non era facile reggere le pressioni, ma in fondo se gli errori commessi mi hanno portato a essere la persona che sono oggi, non ho rimpianti, va bene così”) e si dice pronto a ripartire, con la Nazionale nel mirino.
Le parole di Gattuso
Gattuso ha detto che anche lui può sperare in una convocazione: «Non l’ho sentito, ma ho letto e ascoltato le sue parole. Quando parla di porte aperte a tutti mi fa piacere, sono contento, se uno lo merita sul campo è giusto che vada in Nazionale. È il livello massimo a cui ambire. Ho tifato come qualsiasi italiano. Anche se è chiaro che la Nazionale è il sogno di ogni giocatore e quindi anche il mio. Mi ha fatto piacere che abbiano vinto e speriamo che raggiungano il Mondiale».
Il rapporto con Gasperini
Dice di essere cambiato («Sono diverso, sono una persona matura che sa quello che vuole e che può dare. Ci sto mettendo tutto me stesso con la massima umiltà. Voglio tornare a divertirmi giocando a calcio, tutta una parte che in questi anni mi è mancata») ma non ci sta a sentire alcune bugie sul suo conto. A partire dalla lite con Gasperini: «Falsissimo. Abbiamo avuto un rapporto normale e di stima, è uno dei più forti allenatori in circolazione. Sono andato via perché volevo più minutaggio e essere parte integrante di una squadra. A gennaio l’Atalanta era prima e avevo davanti Lookman, De Ketelaere, Retegui».
Le bugie sul suo conto
Sulla decisione di lasciare Firenze per volontà della Fiorentina puntualizza: «Non proprio. Si era creato un ambiente per cui, anche per colpe mie, le cose non sono andate. Non ho fatto bene, ho accettato e compreso la decisione». Ricorda invece con piacere che i compagni del Galatasaray lo vogliono a Istanbul («Questo è vero, si era creato un bel legame con Torreira e Icardi. Ragazzi e giocatori spettacolari») e continua a smentire voci sul suo conto. Come quella che crede al malocchio («Falsissimo, non credo a queste cose») e che aveva lasciato la casa di Totti, dove viveva in affitto, perché secondo lui portava sfortuna: «Cazzata. Enorme. Totti è un idolo, una leggenda, il simbolo di Roma. La lite Mancini? «Altra bugia. Abbiamo un grande rapporto, magari c’è stata qualche scaramuccia in campo, ma siamo grandi amici».