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Il caso della moto di Bagnaia, la guerra infinita Marquez vs Rossi: il weekend nervoso di Ducati

Il weekend di Mandalika è permeato da un clima di nervosismo in casa Ducati: tiene ancora banco il caso della moto di Bagnaia, ma non solo.

Il mistero della Ducati di Bagnaia-sportevai.it

Il mistero della “nuova” moto di Bagnaia

Facciamo un passo indietro: nel precedente appuntamento di Motegi la casa di Borgo Panigale ha celebrato il settimo titolo in MotoGP di Marc Marquez, ottenuto in netto anticipo in questa trionfale stagione per il pilota spagnolo. E contestualmente Francesco Bagnaia ha finalmente vinto per la prima volta nel Motomondiale 2025. Con tanto di doppietta tra Sprint e gara.

Proprio Pecco pare abbia giovato di una GP25 che sostanzialmente ha mantenuto il motore di quest’anno, cambiando però alcuni dettagli tecnici fondamentali come ad esempio il forcellone e l’abbassatore. Il tutto è frutto dei test recenti svolti a Misano, dove a quanto pare l’ex campione del mondo ha girato con la GP24, quindi la moto precedente con cui il feeling è sempre stato ottimo a differenza di quella attuale. La conferma è arrivata durante l’attuale fine settimana del GP d’Indonesia, con il team manager di Pertamina Enduro VR46 Uccio Salucci che ha candidamente ammesso che hanno dato una mano a Ducati su loro esplicita richiesta, e la squadra ha fornito perciò loro la GP24 di Franco Morbidelli.

“Solo Ducati sa quale moto sta guidando Bagnaia”

E mentre Bagnaia commentava queste rivelazioni con un “no comment”, il team principal di VR46 Pablo Nieto rilanciava ulteriormente questa ricostruzione, confermando che la Ducati aveva chiesto esplicitamente una mano, “e noi abbiamo dato tutti i nostri mezzi e il nostro supporto alla casa madre. In fin dei conti siamo una famiglia, perciò perché non aiutare Pecco?”.

Aggiungendo poi il fatto che la GP25 è diversa dalla GP24 (“Differiscono per il telaio, il forcellone, l’elettronica e le carene”), Nieto ha anche messo ulteriore pepe alla vicenda: “Bisognerebbe chiedere alla Ducati quale moto stia effettivamente guidando Bagnaia, perché io non sono totalmente sicuro“.

E Pecco alimenta ulteriori dubbi

Dubbi alimentati forse involontariamente anche dallo stesso Pecco, che dopo la Sprint (andata malissimo, come vedremo) aveva parlato a Sky Sport di una Desmosedici che “teoricamente” era quella del Giappone. Per poi polemizzare ai microfoni di DAZN Spagna contro Ducati e il box, parlando di una situazione “inaccettabile” viste le difficoltà che stava riscontrando con la moto rispetto alla passeggiata sul velluto a Motegi.

La polemica di Tardozzi

In tutto ciò, Davide Tardozzi è sbottato ieri davanti alla domanda di Guido Meda di Sky Sport riguardo questa vicenda. Sostenendo, in modo polemico, che c’è un’attenzione eccessiva da parte dei media riguardo le mosse di Ducati, e chiedendosi in maniera altrettanto polemica perché i giornalisti non vanno invece ad indagare sulla Honda (“Ma loro, che stanno crescendo, cos’hanno fatto? Che telaio hanno? L’avete indagato?”). Inoltre il team manager ha spiegato che è onore e anche onere di un pilota ufficiale testare i vari materiali nuovi e guidare lo sviluppo del mezzo, “ma si possono usare sia pezzi nuovi, che altri che devono arrivare oppure già usati in passato: un mix che serve a dare fiducia al pilota”.

Resta quindi una coltre di mistero sull’esatta natura della moto che Bagnaia sta conducendo nel fine settimana di Mandalika. Chiariamo che Ducati, a differenza di Yamaha e Honda che giovano quest’anno di concessioni in merito, non può gareggiare col motore 2024, ma solo con quello attuale. Ad alzare ulteriormente la cortina fumogena ci ha pensato poi lo stesso Pecco, che ha dichiarato ai giornalisti che non parlerà più di questioni tecniche legate alla moto.

Marquez nel frattempo prova a tirare i remi in barca

Nel frattempo le pre-qualifiche sono state un disastro, con Pecco che ha chiuso 17esimo e Marquez 11esimo. Idem sentire la Sprint: lo spagnolo se l’è cavata col settimo posto, anche se parliamo di un risultato non all’altezza del suo blasone, mentre il compagno di squadra è finito addirittura ultimo, con circa una trentina di secondi di distacco dal vincitore Bezzecchi.

Pecco, alla pari di Tardozzi, ha affermato che la pista indonesiana non è loro amica nonostante la vittoria ottenuta lo scorso anno, e che il grip qui è un handicap per la loro moto. Ma ha anche riconosciuto che è stato fatto un passo indietro col feeling rispetto al trionfale Giappone.

E Marquez si è spinto oltre, escludendo una vittoria in Indonesia e tirando di fatto i remi in barca (“L’ho detto: una volta conquistato il mondiale 2025, il mio obiettivo sarà quello di concludere l’anno e dare di nuovo il 100% nella prossima stagione”). E nel frattempo il nativo di Cervera continua ad essere inseguito dal fantasma di Valentino Rossi, e viceversa, in un infinito battibecco a distanza dai tratti a volte stucchevoli.

Si riaccendo lo scontro a distanza tra Marquez e Rossi

È vero che lo sport si nutre di grandi rivalità, ma tra questi due persiste una incomunicabilità come manco tra Netanyahu e l’ayatollah, sin dai fatti del Motomondiale 2015 e le accuse di sabotaggio ai danni del Dottore. A riaccendere gli animi la conquista del settimo titolo in MotoGP di Marquez, nono se consideriamo tutti i successi iridati in carriera anche nelle categorie cadette.

Nel corso di un evento collaterale della settimana del GP in Indonesia per la presentazione della livrea speciale del team VR46 in quel di Jakarta, l’altrettanto nove volte campione del mondo nell’indicare i grandi rivali della sua carriera ha parlato dell’eterna nemesi Max Biaggi, ma anche di Jorge Lorenzo (“Con lui la rivalità più grande perché eravamo anche compagni di squadra”), Dani Pedrosa e Casey Stoner.

Non Marquez, quindi. Il quale, nel commentare le parole di Valentino alla vigilia delle sessioni in pista a Mandalika, ha spiegato che questa esclusione è dettata dal fatto che non hanno mai lottato direttamente per il titolo in MotoGP. “Il mio più grande rivale quando sono arrivato in MotoGP è stato Lorenzo, poi Andrea Dovizioso“. E anche se Rossi ha corso nell’epoca di Marquez, non rientrava comunque nella contesa per il Motomondiale, questo il ragionamento dello spagnolo.

Luca Santoro

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