Alessandro Baricco guida il corteo dei tifosi del Torino, cinquemila vattene a Urbano Cairo

C’è anche lo scrittore Alessandro Baricco tra i 5mila tifosi del Torino in corteo per manifestare contro la gestione di Urbano Cairo

Cori, bandiere, tamburi. A Torino, il popolo granata è tornato in strada: circa cinquemila persone si sono mosse dal Filadelfia verso lo stadio Olimpico Grande Torino per una protesta compatta e rumorosa contro Urbano Cairo.

La protesta dei tifosi del Torino nella partita contro l'Atalanta
La protesta dei tifosi del Torino nella partita contro l’Atalanta

Tra i presenti anche Alessandro Baricco, maglia del Toro addosso e bandierina “Cairo vattene” in mano: l’immagine-simbolo di una contestazione che ormai travalica i soli confini della curva.

Dal Filadelfia all’Olimpico: il percorso e il clima

Il corteo, pacifico e molto partecipato, si è dato appuntamento dalla mattina con partenza alle 12: un fiume granata ordinato che ha attraversato la città dietro striscioni e cartelli toccando i luoghi simbolo del tifo. Da via Filadelfia al Piazzale Grande Torino, quindi la Maratona e corso Agnelli, con cori incessanti non solo contro il presidente ma, a tratti, anche contro il direttore tecnico Vagnati. Tra gli striscioni spiccavano messaggi duri come “Dopo Superga la sciagura peggiore. Vattene millantatore”.

Le richieste dei tifosi del Torino a Cairo

Ma cosa chiedono a Cairo? La richiesta, ormai esplicita, è la cessione del club. Tra gli slogan più ripetuti: “Cairo vattene”, “Il Toro siamo noi” e Urbano Cairo devi vendere”. Nelle parole d’ordine ripetute lungo il tragitto c’è l’accusa di scarsa programmazione e l’invito a lasciare spazio a un progetto nuovo, più ambizioso e coerente con la storia del Toro. Non un semplice “no”, dunque, bensì un “basta così” accompagnato dalla domanda di chiarezza sul futuro tecnico e societario.

Tifosi contro Cairo, una frattura che viene da lontano

La marcia di ieri non nasce dal nulla: è la terza marcia in poco più di un anno (precedenti a fine agosto 2024 e il 4 maggio 2025), con richieste di cessione del club e accuse di mancanza di programmazione sportiva. Il segnale è che la frattura tra piazza granata e presidenza non si è ricomposta, anzi si è consolidata attorno a parole d’ordine condivise e a un’identità collettiva che il Filadelfia continua a generare.

Dentro lo stadio il clima non è cambiato: cori, fischi e striscioni hanno accompagnato il prepartita e la gara, prolungando in tribuna la coda emotiva del corteo. Il messaggio che arriva dalle strade e dalle tribune è chiaro. I tifosi immaginano un solo finale a questa vicenda: il passaggio di testimone al vertice del club.

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