L’Etihad aveva preparato l’incoronazione: striscioni “King Kev”, cori, abbracci degli ex compagni. Ritorno da romanzo, cancellato in 25′.
Il rosso a Giovanni Di Lorenzo – fallo da ultimo uomo su Haaland dopo richiamo VAR – ha ribaltato i piani del Napoli e trasformato la serata di Kevin De Bruyne in una comparsata ad alto tasso emotivo. Antonio Conte, costretto a riequilibrare la squadra in inferiorità, ha scelto il sacrificio più doloroso: fuori il numero 17, dentro Olivera.

Il momento del cambio di De Bruyne
Finisce tutto in quel momento: De Bruyne comprende subito: non protesta, accelera verso la panchina, saluta i compagni e si siede, da leader silenzioso. L’Etihad si alza in piedi; la standing ovation non è nostalgia, è riconoscenza per un decennio che ha segnato la storia dei Citizens. Dalla panchina, il belga si trasforma in tifoso aggiunto, incoraggia, tiene il filo della partita che non potrà più giocare. È una lezione di professionalità che commuove il suo vecchio pubblico.
Scelte tattiche e rispetto reciproco
“Il destino è beffardo – dirà Antonio Conte in conferenza stamp al termine della partita – l’anno scorso abbiamo subito una sola espulsione e oggi, nel giorno del ritorno in Champions e di De Bruyne qui, c’è stata l’espulsione. Togliere Kevin era l’unica cosa che potessi fare e mi è dispiaciuto per lui”.
La scelta di Conte è dura ma lineare: con un uomo in meno e il capitano fuori, serve un terzino per ricomporre la linea. Il tecnico lo spiegherà a caldo con realismo, sottolineando come un episodio così al debutto europeo cambi il copione e come il dispiacere per il “ragazzo” sia inevitabile. Dall’altra parte, Guardiola restituisce la misura dell’eredità di De Bruyne a Manchester: l’amore dei tifosi parla da sé e molte vittorie, ammette, senza di lui non sarebbero arrivate: “L’amore della tifoseria per lui si è visto oggi, peccato che non abbia giocato ma ha sentito l’affetto del pubblico”. Due sponde, un’unica verità: il rispetto travalica la maglia e i ricordi non si cancellano.
La partita e l’istantanea finale
Dentro il campo, la partita dice altro. In dieci per oltre un’ora, il Napoli rincula e il City prende possesso della scena: possesso palla schiacciante, ventitré tiri contro uno, l’area azzurra frequentata come fosse casa propria. I gol di Haaland e Doku nella ripresa chiudono il conto e fotografano il divario di quella notte. Ma l’istantanea che resta è ancora De Bruyne: il giro di campo finale, le pacche degli ex compagni, l’applauso incrociato con i suoi nuovi tifosi.
Una festa rovinata, sì, ma con un finale di stile che riconsegna “King Kev” alla sua dimensione più autentica: campione anche quando la partita lo esclude.