La Serie A 2025/2026 è iniziata da appena due giornate, ma già si parla di panchine traballanti. I risultati maturati nelle prime uscite hanno acceso i riflettori su diversi allenatori: c’è chi ha convinto subito con prestazioni solide e chi, invece, si trova già a fare i conti con pressioni esterne e critiche interne. Come spesso accade, il dibattito si accende prestissimo e le società monitorano con attenzione.
Secondo le attuali lavagne dei bookmaker, i tecnici più in bilico sono soprattutto quelli delle neopromosse e delle squadre partite con il piede sbagliato. Nomi come Eusebio Di Francesco, Davide Nicola, Carlos Cuesta, Alberto Gilardino, Fabio Pisacane e Paolo Zanetti compaiono stabilmente ai primi posti delle liste, con quote nelle scommesse online che oscillano tra 2.00 e 2.50 per un eventuale esonero entro Natale. In pratica, basta un passo falso per cambiare completamente le prospettive e spostare il peso delle previsioni.
Il difficile mestiere dell’allenatore, infatti, resta uno dei più precari del calcio moderno: due vittorie possono trasformare un tecnico in eroe, mentre due sconfitte lo mettono immediatamente “sulla graticola”. Non a caso, l’attenzione dei media e dei tifosi è già altissima, e ogni dichiarazione o scelta tattica viene letta come un indizio sul futuro. L’equilibrio tra entusiasmo e contestazione è sottilissimo e i numeri di queste prime giornate lo dimostrano.
Se nelle big come Napoli, Milan e Juventus, con Tudor che ha ricevuto colpi importanti soprattutto nei giorni finali del calciomercato, le posizioni degli allenatori sembrano più salde, altrove la pressione è già tangibile. Le squadre che lottano per la salvezza, in particolare, non hanno tempo da perdere e valutano il lavoro dei propri tecnici con estrema severità. Qui le quote esonero si abbassano sensibilmente, segnale che i margini di errore sono ridotti al minimo.
In definitiva, la stagione è appena partita ma il tema delle panchine resta caldissimo. Il primo esonero potrebbe arrivare già entro poche settimane, confermando quanto la Serie A sia un campionato in cui non conta soltanto il talento dei calciatori, ma anche la capacità degli allenatori di resistere a una pressione costante.