Si sofferma sui tratti comuni della stagione di Napoli, Lazio e Milan Tancredi Palmeri nel suo editoriale per Sportitalia.com. Questi i passaggi principali
Nelle manie di onnipotenza dovute a uno scudetto miracoloso, De Laurentiis aveva ritenuto che Giuntoli non avesse bisogno di sostituti, persuaso che la squadra l’avesse fatta lui e che come sempre aveva ripetuto: “Sono io l’unico insostituibile”. Lotito pure aveva ritenuto che Tare fosse un orpello, e si potesse benissimo fare a meno non solo di lui ma della sua mansione. E infine Cardinale, illuso che il calcio fosse un parente povero degli sport americani, aveva cancellato Maldini dal presente del Milan, ritenendo che gli scout e Furlani avessero tutto il know how equiparabile ai 50 anni di Milan di Paolo.
Se Cardinale ha provato a metterci una pezza in corso d’opera chiamando poco a poco Ibrahimovic, e qualche effetto si sta vedendo; De Laurentiis invece è andato a sbatterci completamente il muso, producendo una stagione farsa allo zenit della precedente perfetta. E Lotito ha completato il quadro, con continui saliscendi nervosi, fino all’epilogo da Congiura dei Pazzi con tutti contro tutti e Sarri fuori. Morale della favola: la figura del direttore sportivo è assolutamente fondamentale per gli equilibri della squadra.
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