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Milan, Ordine trova tre sì per Allegri in panchina

Tutti ora dicono Allegri. Il possibile dietrofront di Conte, che sembrerebbe propenso a rimanere al Napoli, spalanca le porte del Milan al conte Max. Su di lui ci sarebbe anche l’Inter in caso di addio di Inzaghi ma Tare vuole bruciare tutti sul tempo. Senza aspettare nè Conte nè Inzaghi. Pronto un triennale da 5 milioni netti a stagione per il tecnico che in carriera ha vinto quattordici titoli: sei scudetti, tre Supercoppe Italiane, 5 Coppe Italia e che ha già allenato (vincendo) i rossoneri.

Ordine si fida di Tare

Ne parla anche Franco Ordine nel suo editoriale per Milannews. La firma de Il Giornale parte da Tare e si dice ottimista sul lavoro che farà l’ex Lazio: “Prima saranno sciolti i nodi relativi alle posizioni in discussione come ad esempio i contratti in scadenza ravvicinata di Maignan e Theo Hernandez. La mia impressione è che al portiere francese sarà rinnovato il contratto mentre per Theo bisognerà fare altre valutazioni che riguardano la sua testa, la sua voglia di restare a Milanello e soprattutto di tornare a fare il calciatore professionista di altissimo rango.

Tare è il tipo che non si fa incantare dai cacciatori di farfalle: appena ha capito che Vincenzo Italiano utilizzava la voce dell’interesse milanista per far alzare lo stipendio al Bologna (è arrivato così a 3 milioni netti l’anno che sono un lusso per un club come quello di Saputo), ha puntato su Max Allegri che nel frattempo era stato frettolosamente già spedito sulla panchina del Napoli quale sostituto di Antonio Conte e dell’Inter nell’ipotesi non proprio remota di un addio di Simone Inzaghi!

Perchè Allegri è l’uomo giusto

Allegri è la soluzione ideale, si chiede Ordine che poi si dà una risposta? “La mia risposta è articolata su più punti. Provo a sintetizzarli: 1) perché, nonostante tutte le voci, da persona esperta e matura, non aveva firmato nessun impegno con alcuno e quindi è nelle condizioni di dire subito sì e cominciare a lavorare al fianco di Furlani, Tare, Moncada e Ibra, sì anche lui, Zlatan che lo ha avuto come allenatore nel precedente ciclo; 2) perché conosce alla perfezione -oltre che il mondo Milan- anche pregi e difetti della rosa che ha appena concluso la stagione avendone seguito le partite con grande attenzione visto che il suo profilo era stato accostato al Milan già dopo i primi rovesci di Fonseca; 3) perché è un aziendalista e un convinto estimatore del patrimonio storico e tecnico del Milan e queste caratteristiche possono risultare gradite anche alla proprietà!”  

Fabrizio Piccolo

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