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Conte, frecciata ad Agnelli e Zhang: prima di me non avevano mai vinto

Nella conferenza di vigilia della gara di Cagliari aveva già lanciato una frecciatina all’Inter ieri, ricordando come grazie a lui Appiano Gentile fosse diventato un gioiello, mentre prima era un disastro. Oggi Antonio Conte, parlando ai canali social della Lega, ha riservato un’altra frecciata al club nerazzurro, accomunando anche la Juve.

La scelta di Napoli

Dopo aver spiegato il perchè della scelta di Napoli (“Mi mancava il calcio in generale. Ogni tanto abbiamo bisogno di staccare la spina: chi vive il calcio come me, con grande passione, dando al calcio tantissime ore, ogni tanto si deve fermare per recuperare prima della nuova esperienza. Ora sono con grande energia sono molto carico. L’ho vista come una sfida avvincente, un’opportunità importante per me di vivere una città che è meravigliosa”) Conte ha parlato di come si entra nella testa dei giocatori: “Il noi, deve sparire l’io, l’egoismo, dobbiamo parlare del noi. Col singolo non vai da nessuna parte. La squadra deve essere sempre al centro ti porta a vincere o a perdere. Certo, i giocatori di talento vanno esaltati ma sempre per il bene e il rispetto della squadra. Il noi deve essere alla base di tutto, bisogna eliminare i giocatori che pensano con l’io perché io non ci vado d’accordo”.

Non si sbilancia Conte sull’ipotesi di rimanere a Napoli più di tre anni: “Questo non posso dirlo. Tanti allenatori dicono che dopo tre anni bisogna cambiare o tutti i calciatori o l’allenatore. Lo dice chi ha fatto la storia del calcio. Detto questo, inizi un ciclo e speri possa durare il più a lungo possibile perché quando ci lavori bene lasci strutture importanti e quindi più riesci a stare più prendi i benefici del lavoro fatto negli anni. Quando lasci, lasci una bella eredità agli altri. La favorita per lo scudetto? Non mi interessa, non ho voglia di fare griglie. Sono concentrato su di noi, stiamo cercando di ricostruire qualcosa di importante. Non entro nei discorsi dei favoriti. Dobbiamo parlare poco e fare tanti fatti che si fanno sul campo in settimana ogni giorno e dando il massimo

L’elemento comune delle sue avventure

Il tenico leccese ricorda: “La mia storia dice che sono arrivato sempre in situazioni in cui non ho mai trovato una macchina pronta. Sono sempre dovuto salire su auto da resettare e da preparare bene magari partendo in quarta, quinta fila per poi cercare di migliorare e sovvertire i pronostici. La storia è importante in generale perché a volte ci può essere un po’ di polvere sopra ma se la pulisci la storia emerge e ti può dare una grossa mano. Ho avuto il piacere di avere due presidenti giovani che prima di me non avevano mai vinto. Abbiamo scritto la storia insieme: mi riferisco ad Agnelli e Zhang. De Laurentiis invece ha già vinto uno scudetto. Con la mia competenza cercherò di fare bene. Poi sapete che ne vince una sola e le altre competono: questo non vuol dire non aver costruito qualcosa per il futuro”

Fabrizio Piccolo

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