Alle spalle di Fonseca, indiziato numero uno, in casa Milan il più bersagliato in questo periodo è Ibrahmovic. Lo svedese sembra essersi allontanato proprio nel momento più delicato della stagione e in attesa di capire dalla sua voce la verità prova a dare qualche indizio Luciano Moggi.
Sul quotidiano Libero l’ex dg della Juventus scrive: “L’avevamo previsto da tempo: la posizione di Ibrahimovic in seno alla società . Quella di Zlatan, consigliere del presidente, è stata una soelta da noi criticata fin dall’inizio, conoscendo il carattere dello svedese che sa prendersi le proprie responsabilità ma rifugge dall’idea di prendersi quelle di altri. Appunto conoscendolo abbiamo sempre avuto la netta sensazione che si sia sforzato a presentare mister Fonseca e tutti i nuovi arrivati: uno sforzo sovrumano il suo, soltanto perchè lui e la sua famiglia sono innamorati di Milano e del Milan”
Moggi continua: “Ma eravamo altrettanto certi che alla lunga avrebbe manifestato il desiderio di non voler dipendere tecnicamente dagli algoritmi di Furlani che avevano cambiato il volto ad una squadra che aveva vinto il campionato e poteva e doveva solo aggiungere qualche rinforzo (e non otto giocatori nuovi) per restare competitiva. E magari restare con Pioli ma soprattutto non vendendo Tonali. Né tantomeno da Moncada e neppure dal presidente Cardinale che assecondava in tutto Furlani, caricando però di responsabilità Ibrahimovic. Sarebbe stato forse meglio se il presidente avesse aperto il portafoglio, considerando i tanti cambi di direzione nelle trattative, come quella di Zirkzee con Morata”.
Infine la conclusione: “Secondo noi è arrivato il momento in cui Cardinale, anzichĂ© cercare risposte dalla squadra, deve prendere lui delle decisioni: dare carta bianca allo svedese o chiamare in socletĂ un direttore generale e il caso vuole che in questo momento ci sia sul mercato uno dei migliori, quello che, assieme a Lotito, foce grande la Lazio: Igli Tare.Â
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