Il mondo del calcio russo è rimasto profondamente colpito dalla notizia della tragica scomparsa di Alexey Bugaev, deceduto in combattimento lo scorso 29 dicembre.
Nato a Mosca nel 1981, il 43enne era ormai da tempo tristemente caduto in disgrazia. Appaiono infatti lontani i tempi in cui l’ex difensore centrale, all’epoca una giovane promessa della Torpedo Mosca, venne convocato per gli Europei del 2004 dall’allora C.T. della Russia Georgy Yartsev. Nonostante la scarsa esperienza internazionale, Bugaev giocò da titolare la seconda e la terza partita del girone, brillando sia contro il Portogallo, padrone di casa, sia contro la Grecia, futura campione d’Europa, che proprio contro la Russia subì la sua unica sconfitta del torneo. Rapido nei recuperi e ben dotato tecnicamente, l’allora 22enne sembrava destinato a una carriera di alto livello, ma le cose presero una piega imprevista. Bugaev non riuscì ad affermarsi alla Lokomotiv Mosca, all’epoca una delle squadre di punta del campionato russo, e per rilanciarsi dovette così ripartire dal Tom Tomsk, compagine siberiana con la quale disputò tre buone stagioni nella massima serie russa tra il 2006 e il 2008, venendo talvolta schierato anche a centrocampo. Successivamente, scelse di scendere di categoria, sposando l’ambizioso progetto del Krasnodar, un club destinato a diventare di lì a poco una delle realtà più competitive del calcio russo. Ma gli infortuni, uniti a problemi personali, tra cui il crescente abuso di alcol, segnarono il declino della sua carriera. Nel 2010, a soli 29 anni, Bugaev decise di ritirarsi dal calcio professionistico.
Dopo essersi allontanato dal mondo del calcio, Alexey Bugaev tornò a far parlare di sé sul finire del 2023. L’ex difensore, che nel frattempo lavorava come tassista a Krasnodar, fu coinvolto in una brutta vicenda legata al traffico di droga: fermato dalle autorità mentre si dirigeva verso Sochi, venne trovato in possesso di circa mezzo chilo di mefedrone. Inizialmente, Bugaev negò con forza ogni responsabilità , dichiarando che la droga non era sua ma apparteneva a un passeggero appena accompagnato. Tuttavia, dopo mesi di indagini e pressioni, finì per confessare il suo coinvolgimento. Nel settembre del 2024, un tribunale del Sud della Russia lo ha condannato a nove anni e mezzo di carcere.
La vicenda, tuttavia, lascia alcuni dubbi. Amici e familiari dell’ex calciatore si dichiararono fin dal principio increduli, sottolineando come Bugaev avesse sempre manifestato un atteggiamento contrario alle droghe. Inoltre, dai risultati degli esami emerse che sulle sue mani non vi erano tracce di sostanze stupefacenti, alimentando sospetti su un possibile incastro o su irregolarità nell’accusa.
Nel disperato tentativo di evitare la lunga condanna, Bugaev ha optato per l’arruolamento volontario nell’esercito russo, scelta che gli ha permesso di commutare la pena detentiva. Dopo un breve periodo di addestramento, è stato inviato al fronte in Ucraina. Disperso da fine novembre, negli ultimi giorni dell’anno è purtroppo arrivata la notizia del suo decesso, confermata prima su Telegram dal suo avvocato Anton Smirnov e poi dal padre dell’ex calciatore all’agenzia russa Tass.
Alberto Farinone
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