Qualcuno ha rivisto un difensore che a Torino ha lasciato più di un segno, ossia Leonardo Bonucci. Naturalmente è prematuro fare paragoni azzardati, ma in Renato Veiga la Juventus ha trovato un difensore dalle caratteristiche che non si vedevano da anni all’Allianz Stadium.
Seconda partita contro il Psv Eindhoven, per il difensore portoghese, che dopo i primi passi con Empoli e Como ha già conquistato i favori della tifoseria. Il baffo irriverente che ricorda un po’ Socrates, il modo di caricare i tifosi dopo un intervento difensivo riuscito, l’autorità nel portare palla e impostare la manovra. E soprattutto, quei lanci lunghi che hanno riportato alla mente le gesta di Bonucci.
Costato 3,8 milioni (più bonus) per appena 6 mesi di prestito dal Chelsea, il 21enne portoghese ex Basilea è stato tra i protagonisti della partita di Champions contro gli olandesi. Al 6′, quando, dopo aver guadagnato un fallo laterale in zona d’attacco, ha invitato ad ampi gesti i tifosi della curva Sud ad alzare il volume. Ed al 92′, dopo una chiusura su Til a pochi passi da Di Gregorio, ha esultato con i supporters bianconeri come se avesse segnato un gol.
Forse non ancora irreprensibile nella marcatura a uomo, è sicuramente dotato di tecnica e carisma, qualità di cui questa Juve di Thiago Motta ha un grande bisogno. Secondo il sito di statistiche Fbref, il difensore portoghese contro gli olandesi ha tentato 16 passaggi di lungo raggio, completandone 13. Ovvio che 3 partite non possano rappresentare un metro di paragone rispetto alle oltre 500 presenze dell’ex capitano bianconero, però, per capirsi in questi primi 270 minuti Veiga ha effettuato in media 6,3 lanci lunghi a gara per una distanza progressiva di 332 metri. Bonucci, nelle sue 12 stagioni juventine, ha invece tenuto una media di tre lanci lunghi precisi a partita, per una distanza media progressiva di 156 metri.
Il web spera che il suo prestito possa tradursi in acquisto definitivo, come spiega Pino: “Ottimo acquisto, peccato però che sia in prestito”. Pietro è più dettagliato nel giudizio; “Ha 21 anni, il sinistro mi sembra preciso, se tutto andrà bene sono curioso di vederlo dopo che si sarà un attimo ambientato. É un ruolo delicato, in una squadra in costruzione che ha perso il miglior centrale della serie A, non è una situazione facile”. Così come Massimiliano che va cauto: “Ha energia positiva ed è giovane ma passare per essere un leader ce ne passa. Tempo al tempo e vediamo cosa ne viene fuori”. Stella invece azzarda: “Questo diventerà più forte di Cannavaro”.
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