Eccola l’Inter. Aveva stentato al debutto col Monterrey, aveva convinto nel successo sull’Urawa ma è con questo 2-0 al River Plate che inizia davvero a brillare. Apre Pio Esposito, con gol al debutto da titolare, chiude Bastoni e gli argentini di Mastantuono (ridotti in 9 per le espulsioni di Martinez Quarta e Montiel) sono domati. L’Inter vola agli ottavi dove lunedì alle 21 affronterà la Fluminense ma Chivu fa il pompiere.
Il tecnico nerazzurro non vuol sentire parlare già della sua mano su questa squadra: “Non iniziamo con queste cose, manca solo iniziare a parlare di chivuismo. Abbiamo disputato una partita seria. Nel primo tempo siamo stati un po’ sorpresi dalla loro intensità e dal loro modo di aggredire le seconde palle, ci siamo trovati un po’ impreparati. Nel secondo tempo abbiamo alzato il nostro livello di intensità e la voglia di vincere i contrasti”.
Anche sull’euforia per la prova di Pio Esposito l’allenatore rumeno ci va cauto: “Con calma. Non dimentichiamoci che è un 2005, evitiamo di commettere gli errori del passato. Sono contento per lui perché ha disputato una grande partita. Si è calato in una realtà non facile, in una gara molto vera ed è stato all’altezza. Il gol è premio del lavoro fatto, della sua intelligenza. A 18 anni ha scelto di andare in un’altra categoria, di sperimentare il gioco degli adulti e ha disputato due ottime stagioni allo Spezia. Ha margini di miglioramento importanti. So che è consapevole di tutto questo. Bisogna continuare a lavorare, lui è disposto a farlo e a mantenere i piedi per terra”.
“Non ho mai fatto paragoni perché non è giusto, poi io lo conosco da piccolo. Pensare sia bravo solo in area è sbagliato, è un ragazzo intelligente, ha imparato a usare il suo corpo e regge il confronto fisico con il difensore. Quando può mostrarla fa vedere la sua intelligenza calcistica. Anche i fratelli sono buoni giocatori, penso sia una dote di famiglia e quindi bisogna fare i complimenti alla mamma e al papà. L’altro giorno mi ha detto che non aveva mai giocato assieme a Sebastiano, oggi ho pensato di dargli questa occasione ma lui non ne aveva più. Sicuramente arriverà la possibilità di giocare insieme”.
Pio invece non sta nella pelle e a Dazn confessa: “Quando ho visto la palla entrare non ci stavo credendo, urlavo e mi guardavo intorno per capire. Ho visto Lautaro e mi son detto: “Allora è vero’. È il frutto del lavoro svolto in tutti questi anni, dei due anni a Spezia a lavorare. Ho esaudito il secondo sogno, dopo aver esordito con questa maglia ho fatto anche il primo gol dopo pochi giorni, sono emozionatissimo. L’esultanza? Quella dei muscoli è l’esultanza che facevo anche a Spezia. Sull’abbraccio, ho visto mio fratello lì e sono corso subito da lui”.
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