Juve, Lucescu: Mandare via Pirlo sarebbe una sconfitta

L'allenatore della Dinamo Kiev, Mircea Lucescu, che in Italia a guidato dalla panchina Pisa, Brescia, Reggina e Inter, ha parlato a TuttoSport della stagione della Juventus e della questione SuperLega. Proprio sulla mancata manifestazione europea, il rumeno non usa mezzi termini:

È la peggiore storia che abbia vissuto da quando sono nel calcio, e non sono nato ieri, ne ho viste di ogni. Penso che la SuperLega sia un male perché il calcio è nato come sport alla portata e accessibile a tutti, proprio a partire dai più poveri. Voler rendere questo sport una cosa per pochi eletti penso sia sbagliato a pericoloso. E non parlo solo del campo, perché oltre ai giocatori, sarebbe uno spettacolo solo per ricchi anche sugli spalti, con biglietti che non sarebbero certo accessibili alle persone normali. Il calcio poi è già bello, penso ai quarti di Champions tra Bayern e Psg. Mi è piaciuta la presa di posizione di Klopp e, personalmente, non allenareri mai una squadra di SuperLega.

Date tempo a Pirlo

Poi, Lucescu si sofferma sulla posizione di Andrea Pirlo alla Juventus:

Pirlo penso sia da promuovere, è alla sua stagione di debutto come allentore e questo occorre sempre tenerlo a mente. Penso oggi la Juve sì una squadra forte, ma ormani non è invincibile come qualche anno fa. Pirlo per me va riconfermato, anche perché può conquistare un posto in Champions e chiudere la stagione con due trofei. Sostituirlo? No, sarebbe una sconfitta per la Juve. Io lo so, il primo anno è il più complesso per un allenatore. Per Pirlo è stata una vera e propria full immersion per crescere, è bravo e gli serve tempo per far valere le sue idee.

Infine, Lucescu parla di Cristiano Ronaldo e lo scudetto dell'Inter:

Cristiano sta segnando come sempre. Guardandolo non gli dai 36 anni. Se hai lui in squadra, lo devi sostenere, perché guardando da fuori, penso che qualche compagno abbia giocato sotto le aspettative. A ogni modo, i complimenti vanno fatti all'Inter, Conte sta facendo benissimo e merita lo scudetto. Il fatto che dopo nove anni cambi il vincitore fa bene al calcio italiano.