Inter, Conte si tiene il punto e accusa Uefa e Fifa

Intervenuto ai microfoni di SkySport al termine del pareggio a domicilio dello Spezia, Antonio Conte non nasconde il rammarico, ma elogia i suoi e si gode il punto guadagnato. Poi, Conte torna sul discorso Super Lega e non lesina accuse all'Uefa.

La pressione scudetto

Con lo scudetto sempre più vicino per la sua Inter e sulla possibile pressione sui calciatori, Conte spiega:

Penso sia inevitabile che si senta la pressione. Non dimentichiamo che molti giocatori stanno lottando per la prima volta per qualcosa di importante. La partita mi è piaciuta. Più qualità sotto porta questa è mancata, ma anche nell'ultimo passaggio. Va bene così. A me interessa che ci sia stata la prestazione. Le giornate sono sempre meno e il traguardo si avvicina.

Conte sulla Super Lega

Poi sul discorso Super Lega, l'allentore dell'Inter dice di non gradire la mancanza di meritocrazia nel calcio, ma non mancano le accuse all'Uefa:

Lavoro abbiamo avuto solo un giorno dopo il Napoli. Lavoro concentrato. Certo, abbiamo ascoltato le notizie sulla Super Lega. Da uomo di sport penso che non occorra mai dimenticare le tradizioni, che vanno rispettate, così come la passione. Infine, non per ultimo, ma lo sport deve essere meritocratico. Si lavora per cercare di vincere e guadagnarsi qualcosa. La meritocrazia va messa al primo posto.

Detto questo, spero che l'Uefa e la Fifa abbiano riflettuto su quanto accaduto. Perché non è giusto che le società ci mettano i giocatori che vengono spremuti come limoni e l'Uefa e la Fifa, invece di organizzare tornei senza investire, si tengano gran parte dei guadagni. Devono pensare di venire maggiormente incontro alle squadre. Se prendi dieci dai diritti e te ne tieni sette, non penso che sia giusto. Penso che la proporzione debba essere equilibrata.

La Champions League e l'Europa League la deve giocare chi la merita nel campionato, poi se ci sono più o meno squadre, di questo non mi preoccupo. Senza meritocrazia, lo sport perde di significato, ma ripeto, gli organismi decisionali e i vertici del calcio europeo e mondiale penso debbano rivedere alcune scelte e concedere un poco, poco, poco di più alle società che ci mettono i giocatori e investono.