De Laurentiis contro Higuain, su diritti immagine l'arbitrato dà torto al Pipita

Tra Napoli e Higuain la partita continua. In attesa che l'ex idolo azzurro torni in campo contro i suoi ex compagni (l'anno scorso ha segnato sia in campionato che in coppa Italia a Reina) stavolta è in Tribunale che i partenopei si sono presi la rivincita. Un gol lo ha fatto De Laurentis. La questione, riguardante gli anni in cui l’argentino era un calciatore azzurro, era relativa al pagamento delle some a suo dire non versate dal Napoli per il pagamento dei diritti d’immagine. L’argentino inizialmente avrebbe voluto rivalersi per tutto il periodo in cui è stato un calciatore del Napoli, ma alla fine avrebbe chiesto 600mila euro per l’ultima stagione in azzurro (2015/2016) e solo in parte per quella precedente. Il Napoli avrebbe dovuto versare di stagione in stagione le cifre. Cosa fatta secondo il legale azzurro Mattia Grassani che aveva detto: «Possibile che in 3 anni nessuno si è accorto di questi 2,5 milioni non versati? Ogni 3 mesi il Napoli è sottoposto alle verifiche della Commissione di vigilanza, la Covisoc. Il Napoli durante l’arbitrato ha ribadito di aver sempre pagato ciò che era dovuto. Il signor Higuain però a giugno ha quadruplicato la cifra richiesta: uno delle due parti non può cambiare le regole in corsa. E’ assurdo». La sentenza era slittata la settimana scorsa ma oggi è arrivata. Alla fine l’arbitrato chiamato a decidere in via “amichevole” il contenzioso avrebbe però dato ragione a De Laurentiis. O, per meglio dire, non avrebbe dato ragione all’argentino. L'arbitrato attendeva una memoria difensiva di Higuain da parte dei suoi avvocati (spagnoli) entro e non oltre i cinquanta giorni dall’inizio del procedimento ma non è arrivata alcuna traccia della memoria dell’attaccante juventino. I legali non avrebbero insomma fatto arrivare all’arbitrato alcuna scrittura privata con la quale Gonzalo avrebbe potuto giustificare le proprie richieste. Per il momento comunque il Napoli vince contro il Pipita (almeno in tribunale).

Stefano Grandi