Ciclismo, Pogacar immortale: ad Abu Dhabi una statua d’oro celebra il cannibale

Il fuoriclasse sloveno diventa leggenda anche fuori dalla strada: l’UAE Team Emirates gli dedica un monumento dorato nel cuore degli Emirati.

Pogacar, con la maglia gialla del Tour
Pogacar, con la maglia gialla del Tour

 

Tadej Pogacar non è più solo un campione: è un’icona. Dopo anni di trionfi, imprese e inchini al traguardo, il fuoriclasse sloveno entra ufficialmente nella leggenda del ciclismo con una statua d’oro eretta ad Abu Dhabi, voluta dal suo team per celebrare una carriera che sta riscrivendo i confini dello sport. Un riconoscimento che va oltre la vittoria e rappresenta la consacrazione di un atleta che è diventato simbolo di rispetto, dedizione e modernità.

L’inchino che diventa mito

Il gesto dell’inchino, che Pogacar ripete da anni come segno di gratitudine verso il pubblico e la corsa, è diventato la sua firma. Da Bassano del Grappa, traguardo del Giro 2024, fino alle tappe simbolo del Tour de France, quel saluto elegante è ormai parte della sua identità. E Oggi, quel gesto è scolpito per sempre in una statua dorata collocata all’Abu Dhabi Cycling Club, sull’isola di Al Hudayriat, epicentro del ciclismo emiratino. Insomma una celebrazione che profuma di orgoglio e di futuro: Abu Dhabi, del resto, ospiterà il Mondiale su strada 2029 e quello su pista l’anno successivo.

Pogačar e l’anno dei record

Il 2025 resterà una stagione d’oro per il team e per il suo capitano. I numeri parlano da soli: 95 vittorie complessive di squadra, 104 podi e 20 corridori diversi capaci di imporsi almeno una volta. Cifre mai viste prima. Per Pogačar, un’annata da fuoriclasse assoluto: trionfo alle Strade Bianche per la terza volta; secondo posto al Giro delle Fiandre; podio alla Liegi-Bastogne-Liegi; quarto posto al Tour de France; secondo ai Mondiali per il secondo anno di fila; vittoria per la quinta volta consecutiva al Giro di Lombardia. Una sequenza impressionante, degna dei grandi del passato. Il paragone con Fausto Coppi non è casuale: costanza, classe e carisma lo rendono un riferimento per tutto il movimento.

Il tributo del team

L’UAE Team Emirates non è più solo una squadra vincente: è una potenza globale. Dalla tecnologia alle strutture, dalla visione al marketing, il progetto emiratino ha ridefinito il concetto di team World Tour. La statua di Pogacar ne è il simbolo più evidente: celebra un campione, ma anche un modello di ciclismo moderno, internazionale e sostenuto da investimenti visionari. “Tadej è il volto del nostro progetto – ha dichiarato Gianetti –. La sua etica, la sua umiltà e il suo talento rappresentano ciò che vogliamo essere”.

L’oro come metafora

La statua non è solo un trofeo, ma una dichiarazione d’intenti: l’oro, da sempre simbolo di purezza e perfezione, rappresenta la mentalità di Pogacar ed è allo stesso tempo la fotografia di un campione che sa vincere ma anche condividere, che si inchina prima di esultare, che onora la corsa prima di se stesso, un gesto che racconta tutto il suo ciclismo: eleganza, rispetto e superiorità naturale.

Il futuro del cannibale

A 27 anni, Pogacar è già nella storia, ma la sensazione è che il meglio debba ancora venire. Dopo aver dominato classiche e grandi giri, il suo obiettivo resta chiaro: tornare a vincere il Tour de France, inseguendo la doppietta con il Giro. E la statua d’oro dello sloveno non celebra solo un atleta, ma un’epoca.

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